Storia di un mercenario

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view post Posted on 21/4/2008, 08:51

Semidivinità

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L'ho letto...
molto bravo :)
Interessante anche l'entrata in scena di Sesshomaru (spero compaia anche Kagura ghgh)...
aspetto il seguito ;)
 
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Bankotsu 92
view post Posted on 27/4/2008, 21:53




CAPITOLO 9 - 21° CENTURY MERCENARIES

Quando uscì dal pozzo, Bankotsu credette che il viaggio non avesse funzionato. Ogni cosa nei dintorni era esattamente identica a prima. Poi, inaspettatamente, notò qualcosa di molto strano: in lontananza si ergevano delle case altissime e coperte di finestre azzurre. Il mercenario rimase come fulminato, e per qualche tempo non notò la mano di Kagome che sventolava davanti alla sua faccia, cercando di farlo tornare in sè.
Ancora inebetito, seguì la ragazza in un sentiero tra gli alberi, che li condusse in uno strano tempio adibito ad abitazione.
Sulla soglia stavano una giovane donna, un vecchio e un bambino, abbigliati in modo strano quasi quanto quello di Kagome.Presumibilmente dovevano essere la sua famiglia.
"Mamma, Sota, Nonno!" gridò Kagome. Era da parecchio che non riabbracciava i propri parenti, e nel frattempo era successa una marea di cose...
Il vecchio la abbracciò, le consegnò uno strano amuleto ricoperto di piume, poi notò la presenza di Bankotsu, e cominciò a fissarlo con una certa inquietudine.
"Quel tipo chi è? Mi ricorda qualcuno... E non mi dice nulla di buono..."
Kagome improvvisamente si ricordò del compagno che stava aspettando in disparte. "Giusto! Prima le presentazioni! Come avrai capito questa è la mia famiglia: mio nonno, mia madre e mio fratello Sota. Questo è il mio compagno di viaggio, è venuto qui per cercare di aiutare un suo amico... Si chiama Bankotsu e..."

Il resto della frase fu coperto da un urlo di terrore. Il nonno correva verso il garage, urlando frasi insensate sulla fine del mondo.
Ne uscì subito dopo, caricando un fucile e protendendo davanti a sè una vecchia formula per scacciare gli spiriti.
Puntò la canna tra gli occhi di Bankotsu, che stava lì fermo in attesa di informazioni da parte di Kagome.
Senza distogliere lo sguardo dal nemico, si avvicinò agli altri e disse "Scappate subito dentro casa! Ho sentito il suo nome in antichi libri e rapporti. E' un pericoloso guerriero dedito al male e alla distruzione! Ci sarebbe dovuto essere scritto anche in molti dei libri che ti ho dato sull'epoca Sengoku! Ma li hai letti almeno?"
"Certo!" mentì prontamente Kagome (quei libri erano stati di grande utilità per accendere il fuoco durante i primi mesi trascorsi nel passato) "Ma non tutto è come sembra! Ho trascorso già tre giorni con lui, e se durante essi non mi ha ucciso non vedo perchè dovrebbe farlo adesso!"
La canna del fucile non accennava ad abbassarsi, e il dito del vecchio si avvicinava sempre di più al grilletto. Bankotsu, indeciso sul da farsi, cominciava a sudare freddo e non riusciva a trattenersi dall'avvicinare la mano all'impugnatura della Banryu.
"Nonno, smettila! Bankotsu è un mio amico, quindi togligli quel fucile dalla faccia!" urlò Kagome esasperata.
Senza smettere di fissare minacciosamente il mercenario, il nonno rientrò in casa correndo.
Intanto, la signora Higurashi, notando che l'aria di tempesta era svanita, si sporse dalla finestra dicendo "Venite dentro, vi preparo qualcosa da mangiare!"
Kagome fece per entrare, ma si accorse che Bankotsu non la seguiva. Era rimasto immobile dov'era prima, con un sorriso da idiota stampato in faccia. Chiedendosi cosa ci fosse ancora, Kagome lo scosse, chiedendogli "Ma che fai adesso?? Ti hanno appena puntato un fucile addosso e ridi!!!"
Bankotsu allargò il suo sorriso da un orecchio all'altro "Primo, sono stato promosso da te al rango di amico, e secondo... Sono famoso!!!!"

Più tardi, si ritrovarono insieme alla madre di Kagome in cucina. Il nonno aveva trovato una scusa per andarsene di casa alla svelta, e Sota stava giocando in camera sua.
"Mi dispiace davvero per ciò che è successo. Davvero una cosa terribile." commentò la signora dopo aver ascoltato le disavventure degli ultimi tempi, mentre portava in tavola tre tazze di tè "Avresti almeno dovuto avvertirmi, Kagome! Devi ricordarti che anche se tutti sono contro di te, la tua famiglia ci sarà sempre nel momento del bisogno. Quanto a te..." continuò rivolgendosi a Bankotsu "Non so se odiarti perchè l'hai rapita o esserti grata perchè in un modo o nell'altro l'hai riportata qui sana e salva."
All'improvviso, Kagome si portò una mano alla fronte. "Il compito di algebra! E' domani!" urlò preci pitandosi in camera sua.
Quando il rumore dei passi si fu spento, calò il silenzio.
"Ah, scusa mio padre per prima, è fissato con le storie antiche e parla spesso a sproposito..." iniziò la signora Higurashi
"Non c'è problema, in effetti nella mia epoca non sono molto...benvoluto. Senta...ecco... non è che... insomma... immagino di non poter girare vestito così... non è che ha qualcosa che posso mettermi?"
"Beh, veramente no, ma se puoi aspettare vado al mercato qui vicino e prendo qualcosa"
"Grazie mille signora mamma di Kagome ma...io non credo di avere niente per pagare..."
"Nessun problema, lì le cose costano pochissimo. Semplicemente, non aspettarti un abito di Armani. Ah, lascia perdere" si corresse accorgendosi dello sguardo interrogativo del mercenario.
"Allora vado subito...Cerca di non disturbare Kagome, quando studia è molto suscettibile. Tornerò tra poco!"
Bankotsu tirò un sospiro di sollievo, sperando di aver fatto bella figura. Pensare così tanto alle parole era una tortura per la sua povera testa.

Intenta nello studio, Kagome non notò subito le voci e le risate che provenivano dal piano di sotto. Eppure, presto il rumore diventò insopportabile. Con passi lenti e pesanti scese le scale, ed entrò nella camera di sota, da cui proveniva il vociare. Subito si preoccupò notando la presenza allarmante di Bankotsu, ma dopo un po' si calmò. Stavano solo giocando col Lego. Eppure, c'era qualcosa di strano. Al centro del tappeto, stava un castello di mattoncini, mezzo distrutto. Dentro e intorno ad esso giacevano molti omini. Kagome volle credere che stessero solo dormendo.
Dal castello in rovina stavano uscendo sette omini vivi e vegeti, uno di fianco all'altro. Un terribile sospetto si fece strada nella mente di Kagome.
"E così, i sette piccoli mercenari tornarono dalla spedizione, pronti per la prossima avventura! Fine." Concluse Bankotsu con un larghissimo sorriso. Sota sembrava essersi parecchio divertito.
Poi, il mercenario vide Kagome "Ciao! Spero che non ti dispiaccia se gioco con tuo fratello. Sai, tutti dicono che ci so fare con i bambini!"
Il volto di Kagome stava cambiando colore, passando dal rosa al rosso e poi al viola.
"BANKOTSU!!!!!!!!" urlò prendendolo per un orecchio e trascinandolo via dalla stanza. Fu per fortuna di Bankotsu interrotta dal rumore delle chiavi nella porta. La padrona di casa era tornata. Cercando di dissimulare l'accaduto, Kagome respirò lentamente per qualche secondo, aprì la porta e aiutò la madre a portare i sacchetti. Prima di seguirla, si avvicinò al ragazzo e gli sussurrò all'orecchio con una voce che faceva paura "Questa storia non finisce qui, ricordatelo..."

Bankotsu prese il sacco che la signora gli porgeva, ringraziando timidamente, ed entrò in uno stanzino per cambiarsi.
Madre e figlia aspettarono impazienti, mentre si chiedevano cosa sarebbe uscito da quella porta.
Lentamente, la porta si aprì. Bankotsu indossava dei jeans corti al ginocchio e una canottiera da basket. Kagome notò che vestito così era quasi...normale!
"Aspetta" disse "devi metterti almeno una fascia sulla fronte per nascondere quello strano segno viola"
Bankotsu non fece storie. Aveva imparato che quella ragazza faceva paura se la si contraddiceva. Le due ci misero qualche minuto per spiegare a Bankotsu come allacciarsi le scarpe, ma non ci furono altri problemi.
La trasformazione era completata. Se non altro nell'aspetto, il pericoloso mercenario dell'epoca Sengoku era diventato un comune ragazzo del 21° secolo!

FINE CAPITOLO
 
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view post Posted on 28/4/2008, 07:22

Semidivinità

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fortissimo sto capitolo...
spero produrrai un'immagine di bankotsu in jeans e canottiera :P
 
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Bankotsu 92
view post Posted on 28/4/2008, 12:56




Grazie!!!! Per l'immagine avrei bisogno di aiuto... Il disegno non è il mio forte
 
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view post Posted on 28/4/2008, 18:24

Semidivinità

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beh...vediamo, può essere che ti potrò dare una mano :)
 
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Beths
view post Posted on 3/6/2008, 10:51




complimenti, molto avvincente!! non vedo l'ora di leggere il seguito!!!
 
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view post Posted on 3/6/2008, 11:45

Semidivinità

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pure io!!! :P
 
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Bankotsu 92
view post Posted on 5/6/2008, 21:52




Finalmente mi sono rimesso seriamente al lavoro... Entro il finesettimana dovrei finire il 10
 
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Beths
view post Posted on 5/6/2008, 22:06




bravo bankotsu!!!! dai, che vogliamo leggere il seguito!!!
 
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view post Posted on 6/6/2008, 14:47

Semidivinità

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CITAZIONE (Bankotsu 92 @ 5/6/2008, 22:52)
Finalmente mi sono rimesso seriamente al lavoro... Entro il finesettimana dovrei finire il 10

siiiii, che billoo!! :olè:
 
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Vilya
view post Posted on 7/6/2008, 21:57




E' bellissima, molto avvincente e tra l'altro hai uno stile che prende molto però...perchè hai fatto questo a Inu :cry: ?
 
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Bankotsu 92
view post Posted on 9/6/2008, 21:27




Era necessario, dispiace anche a me... Ma riflettendo ci in questa storia parallela Inu non è il personaggio che piace a noi, è uno sporco bastardo... Quindi può anche fare una brutta fine XDDDDDD

Coooooomunque

Dopo più di un mese ecco a voi il capitolo 10!!!!!!!


Capitolo 10 - Ritornare sui propri passi

Da qualche minuto Bankotsu si era fatto pensieroso. Dopo il viaggio e tutti gli avvenimenti che lo avevano segnato, aveva quasi dimenticato il vero obiettivo di quella spedizione. E adesso si stava davvero preoccupando. Anche a ripensarci, non riuscì, in tutta la sua vita, a trovare un momento in cui era stato lontano dai compagni per così a lungo. Si sorprese improvvisamente a chiedersi se i fratelli stessero bene. Non doveva assolutamente far correre rischi alla squadra. Non voleva perdere i suoi compagni mentre lui rimaneva in vita. Non di nuovo, almeno.
Tentò di rassicurarsi dicendosi che probabilmente stava andando tutto bene, che avevano trovato Suikotsu e ora lo stavano aspettando in un posto sicuro; la cosa non sortì molto effetto. Lanciò un'occhiata alla porta del bagno, trovandola come al solito chiusa: finalmente era riuscito a convincere Kagome ad andare a cercare un modo per riprendere i resti di Kyokotsu, ma adesso la ragazza si era chiusa in bagno per "prepararsi", e ci stava mettendo un'eternità.
Finalmente sentì la chiave girare, e Kagome fece il suo ingresso nell'atrio. Guardò per qualche secondo Bankotsu e poi sorrise, vedendo l'ombra della preoccupazione sul suo viso.
"Stai tranquillo, andiamo subito. Capisco che tu sia in pensiero per i tuoi amici ma non credo che abbia molto senso preoccuparsi, no? Conoscendoli, giurerei che stanno benissimo!" disse allegramente, prendendo per mano il mercenario e stringendosi un po' a lui. Sorpreso da quell'atteggiamento, Bankotsu assunse un colorito violaceo e simulò un colpo di tosse per cercare di nascondere la cosa. Ovviamente la ragazza finse di non notare nulla, e in tutta risposta si avvicinò ancora di più.

Percorsero in fretta il tranquillo sentiero che portava verso la città, in cerca di un grande negozio di meccanica che Kagome aveva visto spesso senza farci troppo caso. Durante il tragitto, la ragazza notò uno strano atteggiamento di Bankotsu: inspiegabilmente continuava a voltarsi come se avesse notato qualcosa dietro di loro, ma poi, con un'espressione dubbiosa, continuava a camminare come se niente fosse.
"Ma insomma, che ti succede?" chiese Kagome un po' irritata quando lo fece per l'ennesima volta.
Bankotsu si diresse con incedere deciso verso un cassonetto, e da dietro di esso tirò fuori un ragazzo dell'età di Kagome, trascinandolo per il colletto della camicia. "C'è questo tipo che continua a seguirci da quando siamo usciti di casa!" esclamò irritato. Kagome gemette flebilmente... Tra tutte le persone che potevano incontrare durante il tragitto, quella era la peggiore. Probabilmente, avrebbe preferito imbattersi in un muflone rabbioso piuttosto che dover dare delle spiegazioni a Hojo.
Il ragazzo si liberò dalla stretta di Bankotsu, rivolgendogli uno sguardo colmo d'odio.
"Ciao! Che cosa ci fai qui?" iniziò Kagome cercando in ogni modo di sembrare felice di vederlo.
Fu subito interrotta.
"C-Chi è quello?" urlò Hojo paonazzo, puntando un dito accusatore verso il povero Bankotsu "E pensare... E pensare che ero venuto a portarti i fazzolettini portafortuna!!"
Detto questo, lanciò a terra un pacchetto di fazzoletti dai colori improponibili e corse via in lacrime. Kagome non ci fece troppo caso; sapeva fin troppo bene che la volta successiva sarebbe tornato alla carica con ancora più tenacia.

"Che strana gente..." borbottò Bankotsu un po' stordito, ma pronto a ripartire verso il negozio. Ma ormai era deciso che quella breve camminata sarebbe stata più lunga del previsto. Non fecero più di una decina di passi prima di essere interrotti di nuovo. In lontananza, videro avvicinarsi un tir. La reazione di Bankotsu fu fulminea. Spiccò un salto e dal marciapiede atterrò al centro della strada. Con un solo gesto liberò la Banryu dalla carta di giornale in cui era stata avvolta per farla sembrare un semplice pacco, e puntò la lama davanti a sè, dritta verso il veicolo.
Il guidatore si accorse improvvisamente dello strano individuo in mezzo alla via, e tentò una frenata all'ultimo secondo. Le ruote davanti si fermarono a pochi centimetri dai piedi dell'ansimante mercenario, ma quelle posteriori slittarono di lato perdendo aderenza, facendo sì che l'intero rimorchio andasse a sfasciarsi contro un muro. dopo essersi ripreso dall'urto, il conducente scese a passi pesanti dalla vettura, avvicinandosi a Bankotsu. Bastava fare due più due per capire che un feroce guerriero con un gigantesco spadone in mano non avrebbe esitato ad uccidere un uomo indifeso che cercava di prenderlo a pugni. Kagome si appartò in un angolo e tirò fuori l'arco dallo zaino. Assicurandosi di non farsi vedere dai due, scoccò una freccia contro uno dei finestrini. Distratto dal frastuono del vetro distrutto, il guidatore si volse per qualche secondo; abbastanza da permettere a Kagome di sparire in una via laterale, tirandosi dietro Bankotsu. Nascosti tra i cespugli che costeggiavano il viale, attesero che l'uomo rinunciasse a vendicarsi e se ne andasse per la sua strada. Appena il tir fu sparito dalla loro vista, riemersero dal nascondiglio, ripulendosi dalle foglie e dal terriccio.

Finalmente, dopo qualche passo, videro la grande insegna gialla del negozio, ed entrarono dalla grande porta d' ingresso che, con gran sorpresa di Bankotsu, si spalancò da sola appena si furono avvicinati. Dopo aver chiesto al compagno di aspettare lì (non senza rivolgergli un'occhiata omicida come avvertimento), Kagome si diresse verso la cassa informazioni. Chiese all'uomo dietro il bancone se avessero qualcosa di piccolo e semplice con cui si potesse scavare senza problemi. Il nerboruto individuo grugnì in risposta, e guidò la ragazza attraverso il labirinto di scaffali contenenti ogni genere di attrezzi. Si fermò davanti ad una scatola di medie dimensioni, ricoperta di foto di un piccolo braccio meccanico dotato di ruspa. Nonostante le dimensioni finali della macchina, era un kit fai da te da montare sul momento, perciò la scatola sarebbe passata senza troppi problemi attraverso il pozzo.
Kagome ringraziò l'uomo e fece per sollevare la scatola. Non aveva calcolato il suo peso. Era difficile perfino trascinarla sul pavimento, l'ipotesi di sollevarla era a dir poco assurda. Improvvisamente, da dietro un cumulo di scatoloni fece capolino Bankotsu, che evidentemente l'aveva seguita per tutto il tempo, ignorando bellamente le sue parole. Il mercenario prese la scatola con una mano e procedette verso l'uscita, prima di essere prontamente fermato dalla sicurezza al suono dell'allarme. Kagome si battè una mano sulla fronte e gli corse dietro. Ci volle tutta la sua buona volontà per convincere tutti che "il suo amico veniva da un paese sperduto dove era ancora in uso il baratto". Bankotsu non ebbe il coraggio di negare, rimanendo sempre più stupito dai modi in cui quella ragazza riusciva sempre a cavarsela. Quasi un'ora dopo riuscirono a pagare e a uscire dal negozio, per dirigersi di nuovo verso il pozzo e verso la pericolosa era Sengoku.

Il pomeriggio era quasi al suo termine quando, a pochi passi da casa, Kagome cominciò a sentire un lieve rumore di voci concitate. Tre ragazze spuntarono da dietro l'angolo, immerse in chissà quali discorsi.
"Ciao ragazze!" esclamò Kagome appena le vide.
"Ciao Kagome!" fecero in coro le tre, correndo a includere anche la quarta ragazza nei loro discorsi.
Poi notarono la presenza di Bankotsu, e rimasero pietrificate.
Si avvicinarono ancora di più e una di loro sussurrò "Ma non te la facevi con quel gangster decolorato?"
Colta alla sprovvista, Kagome tentò di balbettare qualcosa in risposta
"No... è che...cioè, l'ho lasciato e..."
Evidentemente gli aveva dato ciò che volevano sentirsi dire. Cominciarono a parlottare ad una velocità tale che risultava difficile distinguere una parola dall'altra. Intanto Bankotsu ne approfittò per fare la sua entrata in scena.
"Come ve la passate, ragazze?" chiese con totale naturalezza sistemandosi in mezzo al trio.
Contagiate dalla spontaneità dello sconosciuto, le ragazze cominciarono a riempirlo di domande come se lo conoscessero da secoli.
"Hai già un lavoro?"
"Da quanto sei arrivato in città?"
"Come mai tieni i capelli in quel modo buffo?"
"Cos'è quell'involto di carta di giornale?"
Un allarme risvegliò la mente di Kagome, che già da qualche minuto stava provando un inspiegabile ed irrefrenabile impulso di prendere Bankotsu e portarlo via, oltre a quello ancora più forte di tirargli uno schiaffo.
Fece appena in tempo a seguire il primo di essi prima che il mercenario mostrasse tutto orgoglioso la Banryu alle ragazze.
"Mi dispiace ma dobbiamo andare..." disse scoccando uno sguardo acido al ragazzo, che la seguì malvolentieri.

Arrivarono in silenzio davanti alla casa, Kagome salutò la famiglia e ancora in silenzio giunsero in prossimità dell'antico pozzo. Bankotsu stava ormai per scavalcare il muretto e gettarsi dentro quando Kagome prese quel minimo di coraggio per chiedergli: "Ma mi vuoi spiegare dove hai trovato tutta quella sfacciataggine?"
il mercenario si volse per un secondo, poi, gettandosi nell'oscurità, esclamò: "Me lo fa notare sempre anche Jakotsu... Con gli estranei ci so fare, è con le persone a cui tengo che divento piuttosto riservato!"
Kagome sorrise istintivamente, ripensando a tutte le volte che lo aveva visto arrossire.
Poi, confusa per via di quei pensieri, lo seguì giù per il pozzo.
Mentre viaggiavano attraverso i secoli, Bankotsu si sentì sollevato: finalmente, dopo un lungo periodo di inattività, l'avventura sarebbe ricominciata, e la sua vendetta contro Naraku avrebbe avuto compimento.

FINE CAPITOLO


Non so come sia venuto, alla fine, ma almeno so che la storia ricomincerà ad avere un filo logico, senza capitoli che non c'entrano niente solo per inserire qualche battuta. In fondo, era una fanfiction d'avventura quella che volevo scrivere!
 
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Beths
view post Posted on 9/6/2008, 21:32




wow!!!!!! non ho parole!
 
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Vilya
view post Posted on 9/6/2008, 23:09




Mi lasci sempre più senza barole, Ban! Ho visto che hai pubblicato "Storia di un mercenario" su un archivio di fanfic. Hai fatto benissimo, anche io ho pubblicato la mia. Ti commenterò anche lì!
 
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view post Posted on 10/6/2008, 17:24

Semidivinità

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bel capitolo banko...
molto bravo ^_^
 
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35 replies since 27/3/2008, 17:09   377 views
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