ecco il cap. 7
che vuoi dire, Vilya-baachan?
non provare a ripetere una cosa simile
XD
7_Nell'Oscurità, una Luce
I tre consumavano il pranzo in silenzio, ma tutti stavano pensando alla partenza di Farax. Mentre mangiavano, il sole riscaldava l’ambiente entrando dalla finestra sul lato della casa.
In quella luce irreale il tempo pareva essersi fermato, e Lin quasi sperava fosse così; sapeva che quello era il destino e il volere di Farax, ma, non sapendo quasi nemmeno il perché, avrebbe voluto che le restasse sempre vicino.
Finito di mangiare, Farax andò nel cucinotto, dove Lin gli aveva già preparato un fagotto con qualche cibaria; si guardarono negli occhi, quasi come se Farax avesse toccato con mano le sensazioni che poco prima toccavano il cuore di Lin. Quelli di Lin erano rossi, ma non aprì bocca, non aveva parole da proferire; si aspettava quasi che Farax le dicesse un semplice "ciao" e se ne andasse. Invece il ragazzo le toccò le chiare guance con le mani e le diede un bacio caldo sulla fronte. Lin non si trattenne, scoppiò a piangere e lo abbracciò, mentre il sole, ancora alto nel cielo, riscaldava la casa, la collina, e la pianura circostante.
Pochi minuti dopo, Farax, Milo e Lin erano fuori casa, pronti per i saluti:
-Farax, mi raccomando; studia bene il comportamento e le abilità di quegli animali, e riuscirai infine a ritornare qui e ad ottenere la tua armatura, ma potrai anche svelare il significato dei tuoi continui incubi. Ci vediamo fra due mesi!!-
-Certo Maestro, tornerò vincitore!!!-
-Farax…tieni. Questo l’ho fatto per te; sembra un oggetto normale, ma noi lo consideriamo un portafortuna; è un bracciale fatto in bambù! Buona fortuna!- disse Lin con la voce giù per la tristezza.
-Ti ringrazio Lin. Grazie di tutto l’appoggio che mi hai dato.-
Si girò, fece tre passi verso la collina, si voltò con il sorriso sulle labbra e disse:
-Ci vediamo presto amici!-
Si voltò di nuovo, e iniziò a camminare sul verde prato, verso il crinale della collina, oltrepassando gli alberi, con il vento che frusciava dolcemente, per raggiungere l’immensa distesa di bambù che già aveva incrociato il suo giorno d’arrivo, e che si trovava sull’altro piede della collina, e che dava sulla pianura che raggiungeva la Grande Muraglia.
Farax camminava lento, felice per la svolta positiva che aveva preso il suo addestramento, ma triste per aver lasciato Lin, anche se sapeva che comunque a breve sarebbe ritornato.
Aveva un’andatura lenta, perciò raggiunse la distesa di bambù in un paio d’ore. Aveva altrettanto tempo a disposizione per arrivare nel profondo della piantagione, prima che il sole tramontasse completamente, per trovarsi un posto adatto in cui passare la notte.
Entrò passando fra le enormi canne di bambù, e si diresse verso il centro, la parte più tenebrosa; all’inizio doveva crearsi lui un passaggio fra le canne, in quanto fitte ed impenetrabili, come se volessero impedire a chiunque di passare.
Dopo una mezz’oretta di cammino si trovò, scansando le ultime canne dalla sua vista, di fronte ad un enorme corridoio naturale, largo e buio, fra le canne di bambù. Il suo cuore cominciò a battere più forte,e iniziò a sudare.
°No…ti devi calmare, non sta succedendo niente° pensò Farax
Quello che aveva di fronte era lo stesso luogo dove, ogni notte a questa parte, sognava di correre inseguito da un sacco di Panda e controllato da due enormi occhi rossi; era impossibile confondersi, era proprio il luogo più pauroso che avesse mai conosciuto, ma a cui purtroppo sapeva di non poter sfuggire.
Si voltò, non con l’intenzione di fuggire, ma quasi per cercare qualcosa che lo incoraggiasse, ma un muro di canne si stagliava dietro di lui, come per impedirgli, questa volta, di poter tornare indietro, cosa che comunque non aveva nessuna intenzione di fare.
Si rilassò, si calmò, fece rallentare i battiti del suo cuore e ricominciò a camminare, proseguendo lungo il corridoio naturale di altissime canne di bambù verde brillanti, sgombro di piante cadute, o eventuali foglie e rami secchi, ma composto di umido terriccio, probabilmente a causa della scarsa intensità dei raggi solari durante il giorno.
Continuò a camminare, perdendo la cognizione del tempo, gli sembrava di essere li dentro da una vita, ma al contrario di ciò che provava prima, adesso Farax si trovava bene li, a suo agio.
Notò che la luce stava velocemente calando, segno che il sole stava per tramontare, e ciò dava un aspetto quasi argentato-dorato alle alte punte delle canne di bambù.
Poco dopo rallentò, scorgendo un luccichio in fondo al corridoio, che gli diede quasi un senso di pace. Il corridoio naturale stava terminando, già si poteva vedere che si apriva a circolo intorno a qualcosa di strabiliante, la fonte del luccichio, una stupenda visione divina. Stava li, di fronte ai suoi occhi, e Farax rimase a bocca aperta, come si fosse ricordato di essere già stato li, tanto e tanto tempo fa, cosa ovviamente impossibile.
Era una piccola oasi naturale, contornata da rocce messe a circolo quasi per contenere l’acqua che sgorgava continuamente da una cascata, proveniente dal costone roccioso retrostante, molto probabilmente le pendici dell’alto monte Wutaishan. Il tutto era abbellito e contornato da stranissimi fiori rossi che traevano energia proprio dalla fonte li vicina.
L’acqua era azzurra e limpidissima; luccicava, nonostante il sole stesse tramontando, tanto che sembrava esprimere luce propria, e sembrava quasi che la cascata non facesse rumore cadendo.
Farax lo sentiva a pelle che quello era un luogo di pace e, ancora con gli occhi in ammirazione, lo sentiva anche in fondo al cuore.
Poi diede un’occhiata alla cascata e scorse appena dietro il fluire delle sue limpide acque una cavità naturale. Sapendo che la luce sarebbe durati altri pochi minuti, decise allora che quello era il luogo che faceva per lui.