Farax

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Kiatto-kun
view post Posted on 16/6/2008, 10:48




fino ad ora si
 
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view post Posted on 16/6/2008, 11:08

Semidivinità

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bene ^^
 
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Vilya
view post Posted on 16/6/2008, 13:41




Un altro bellissimo capitolo, bravo nii-chan!
CITAZIONE (.Farax. @ 16/6/2008, 10:46)
ecco il cap. 7 ^_^
SPOILER (click to view)
che vuoi dire, Vilya-baachan? -_-
non provare a ripetere una cosa simile :angry: XD

:blink: Che vuol dire baachan :angry: ?
Nessuno era una citazione letteraria... Ulisse dice a Polifemo di chiamarsi Nessuno, perciò Nessuno lo fa se è obbligato, ma Kagura...
 
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view post Posted on 16/6/2008, 18:49

Semidivinità

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grazie Vilya
SPOILER (click to view)
vabè...allora diciamo che ho capito male :P
 
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Vilya
view post Posted on 16/6/2008, 19:09




Si, ma che vuol dire baachan? Dai lo sai che sono in parte saru-chan :P
 
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view post Posted on 16/6/2008, 20:06

Semidivinità

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beh...
SPOILER (click to view)
avendo capito male, che volessi offendere Kagura, ho appiccicato al tuo nick il diminuitivo che inu e gli altri danno a Kaede XD Sorry! :imbarazzato: XD


8_Pensieri ed Addestramenti


Farax si aggrappò sul costone di roccia, e proseguì a sinistra verso la cascata; passò sotto, bagnandosi appena, ed entrò nell’anfratto dietro lo scorrere dell’acqua. Ispezionò il luogo, che stranamente era asciutto, non umido a causa dell’acqua. Era abbastanza piccolo, ma l’unico luogo al sicuro da pericoli e possibili intemperie, e poi, con gli incubi che lo tormentavano, non se la sentiva di dormire fuori; oltretutto aveva acqua in abbondanza e la cascata faceva anche da riparo.

Abbandonò il suo nascondiglio, scese dalla rupe e si inoltrò non nel corridoio naturale, ma nel fitto della vegetazione, per cercare un po’ di legna e foglie secche per accendere un fuoco.

Raccolse anche un paio di pietre, in modo d’avere qualcosa per poter creare un scintilla, e ritornò verso l’oasi.

Non appena giunse nei pressi dello spiazzo creato dal circolo di canne di bambù, si bloccò, non avendo il coraggio di uscire allo scoperto dal flebile seppur buon riparo dell’ultima fila di canne di bambù. Aveva scorto qualcosa che lo aveva impaurito a prima vista, proprio lì, vicino l’oasi, non molto lontano dal suo nascondiglio: un Panda si stava abbeverando all’oasi naturale.

A guardarlo non gli sembrava violento, bevevo beatamente l’acqua fresca e splendente che continuava a scendere dalla cascata. Farax continuava ad osservarlo, un po’ impaurito facendo congetture sulla reazione che l’animale avrebbe avuto se lo avesse visto.

Ad un certo punto, probabilmente saziata la sete, il Panda alzò la testa dall’acqua, si voltò, e cominciò a camminare verso il limite opposto più vicino al sottobosco; Farax in quel momento noto che la bestia era claudicante, e ne individuò immediatamente la causa: sulla zampa destra c’era una piccola cicatrice che si poteva notare dalla leggera mancanza del pelo scuro proprio in quel punto.

A Farax ritornò in mente il giorno in cui arrivò, quando un Panda infuriato lo rincorse fino in cima alla collina, dove intervenne Milo e lo bloccò con un sottilissimo raggio rosso, colpendolo ad una zampa e scaraventandolo indietro…e capì: la bestia che aveva avuto di fronte per un paio di minuti era esattamente la stessa che il Maestro aveva respinto l’anno prima.

Scomparso l’animale fra le alte canne di bambù, Farax uscì dal suo nascondiglio, ancora un po’ attonito, e velocemente, attraverso la rupe, raggiunse l’anfratto naturale dietro la caverna.

Accese il fuoco, ma solo dopo un po’ di tentativi ci riuscì, e si preparò a mangiare qualcosa; prese il fagotto che le aveva preparato Lin il giorno stesso, e iniziò a mangiare, nel silenzio del suo covo, ripensando proprio a lei, la bella ragazza dai tratti orientali, ma non eccessivamente segnati come il resto degli abitanti di quella regione, più lievi e addolciti.

Smise quasi subito di mangiare, richiuse il fagotto e si appoggiò con la schiena alle lisce e asciutte pareti della grotta, guardando l’effimero fuoco che stava quasi spegnendosi. Iniziò a pensare alla sua famiglia, a suo padre e sua madre che attendevano in Italia il suo vittorioso ritorno, alle sue sorelle che, anche se più piccole di lui, erano volute partire per andare ad allenarsi chissà dove per diventare sacerdotesse di Athena.

Ripensò al suo Maestro, e al fatto che ancora non sapesse che cavaliere fosse, ne quale costellazione lo proteggeva. Ripensò di nuovo a Lin, e con questo pensiero in mente si addormentò, lieto, pronto ad un giorno di duro allenamento, ma ricordandosi sempre di quanto le sue notti fossero agiate e frustranti.

-No, noooo!-

Si svegliò di soprassalto, il sole stava quasi per sorgere, e questo si ripeteva ormai da un anno o poco più. Ma stavolta c’era qualcosa di diverso nel suo incubo: lui che correva, i Panda dietro di se, i 2 occhi grandi e rossi che lo guardavano…tutto era come le altre volte, ma da una parte gli sembrava che qualcosa fosse cambiato, qualcosa che nemmeno lui riusciva a capire e a riconoscere.

Sudato e ancora leggermente spaventato, si toccò il bracciale di bambù che gli aveva donato Lin, come per rassicurarsi, e si alzò, ormai sicuro che non avrebbe più ripreso sonno,e visto poi che il giorno stava iniziando.

Aveva deciso che nel caso il terreno fosse stato libero dalle bestie, sarebbe andato a cacciare, in fondo le cibarie di Lin non potevano durare a lungo; nel caso invece contrario, se avesse visto Panda aggirarsi intorno all’oasi, avrebbe atteso per osservarli, non volendosi mettere in pericolo.

Si affacciò dalla caverna, senza spingersi troppo oltre, e vide già a quell’ora dei Panda che si muovevano.

° Beh, in questo ci assomigliamo ° pensò Farax tra se e se, sorridendo.

Il sole stava sorgendo, saliva su nel cielo, quella piccola grande stella rossa, verso il nuovo giorno. Farax stette ad ammirarlo, prendendo in piena faccia i primi salutari e caldi raggi che attraversavano lo scorrere della cascata. Voltò la testa verso il basso, e adesso, con la luce crescente, riusciva a distinguere i due animali: due Panda, uno più grande, l’altro più piccolo, che si stavano abbeverando li sotto. Pensò a buon ragione che fossero madre e figlio, e mentre li guardava fu stupito dalla dolcezza con cui la madre trattava e lavava il suo piccolo cucciolo, questo molto probabilmente perché i Panda femmina, come già sapeva Farax, allattano e crescono un solo cucciolo per volta, anche nel caso di nascita di gemelli.

I 2 animali poco dopo se ne andarono, e Farax, ritornando alla realtà, uscì dal riparo, scese dalla rupe e si inoltrò nel canneto. Camminava cauto e silenzioso, il suo primo pensiero era di non far spaventare eventuali animali da cacciare, ma anche per cercare di avvistare possibili bestie feroci prima che loro potessero avvistare lui.

Passò tutta la mattinata a cacciare, prima a mani nude, ma senza risultati; poi provò con piccole trappole costruite al momento con rami, rametti e un po’ di cibo per esca; in quest’ultimo modo riuscì a prendere un coniglio…non avrebbe voluto ucciderlo, ma era per la sua sopravvivenza. Prima di tornare indietro decise di posizionare le sue trappole per avere cibo per la sera, e così fece. Portò il grigio coniglio al nascondiglio, e uscì di nuovo per prendere della legna secca per il fuoco, ormai capace di accenderlo al primo colpo. Perse gran parte della mattinata a costruire trappole e a cercare di cacciare qualcosa, ma ormai non pensava di avere più rogne per quel problema. Era più o meno ora di pranzo, ancora non sapeva leggere il sole e il suo cammino, ma lo intuiva perché il suo stomaco aveva iniziato a brontolare; si mise a mangiare, d’altronde anche quello della mattinata era stato allenamento. Il pomeriggio andò ad allenarsi fra le fitte e alte canne di bambù, per migliorarsi nel salto e nella velocità fra ostacoli. La sera, quando il sole stava per tramontare, smise di allenarsi, passò per le trappole che aveva posizionato, di cui solo una era scattata, portò la preda nella grotta e si preparò la cena. Dopo aver mangiato si mise a dormire, a causa dell’allenamento era abbastanza stanco, e si addormentò subito; a causa dell’incubo si svegliò prima che il sole sorgesse, e dopodiché iniziava la sua giornata di caccia e allenamento.

Questa era la sua giornata tipo…naturalmente aveva un sacco di tempo e possibilità in cui studiare i Panda, che trascorrevano non poco tempo nei pressi dell’oasi, sembrava quasi essere il loro centro del mondo, e Farax pensò che in realtà, per quei due mesi, sarebbe stato così anche per lui.

Li i Panda si abbeveravano, si lavavano, e li accadevano la maggior parte degli eventi per loro importanti, come la nascita di un cucciolo, o lo scontro fra due maschi del branco.

In realtà Farax si trovava molto bene in quell’ambiente, ed era riuscito a studiare mosse e attacchi che riproducevano quelli appresi dall’osservazione della vita dei Panda; gli incubi lo tormentavano continuamente, ma ancora non era riuscito a cogliere quel particolare che rendeva differente gli ultimi incubi, dai primi che aveva avuto.
 
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Beths
view post Posted on 16/6/2008, 20:15




oh mamma!!! non vedo l'ora di sapere cos'è!!
 
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view post Posted on 16/6/2008, 21:42

Semidivinità

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:)
 
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view post Posted on 17/6/2008, 22:38

Semidivinità

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9_L'Alluvione



Circa un mese dopo il suo arrivo li nel canneto, in una scura giornata di pioggia, Farax se ne stava nella grotta a mangiare vicino al fuoco. La pioggia aveva ingrigito tutto quanto, anche l’acqua della cascata sembrava opaca ed aveva perso la sua brillantezza. La stessa mattina, appena svegliatosi a causa dell’incubo, già pioveva, ma decise comunque di uscire a prendere da mangiare alle trappole, ma rientrò subito, e nonostante questo era tutto bagnato, la pioggia era fitta e abbastanza forte. Adesso, nel primo pomeriggio, se ne stava nel suo riparo, un po’ infreddolito, causa anche l’impossibilità di accendere un fuoco, quando sentì un boato provenire da qualche parte sopra la sua testa, probabilmente alla fonte del fiume che diveniva cascata davanti a lui; fatto provato pochi secondi dopo vedendo l’acqua, da opaca che era, divenire nera di fango, mentre il rombo continuava, sempre più vicino; Farax ebbe solo un pensiero, un’intuizione, quella di buttarsi fuori dalla grotta. Si alzò, e senza nessun ripensamento si lanciò attraverso l’acqua scura della cascata e si tuffò nell’oasi. Risalì subito in superficie, ancora spaventato a causa del terribile rumore di prima, si aggrappò al bordo dell’oasi, si tirò su mettendosi a sedere sul bordo, con le gambe ancora in acqua e si asciugò gli occhi.

Dopo ciò si guardò intorno, un gesto istintivo, ma che lo terrorizzò immediatamente: era circondato di Panda!! Ebbe un salto al cuore in un primo momento, ma poi, osservando meglio, si calmò, notando negli occhi degli animali stessi, paura e disperazione. Non ebbe il tempo di riflettere, che constatò che la sua intuizione era stata esatta.

A causa di una frana, avvenuta probabilmente a monte del fiume, per la troppa pioggia, stava venendo verso di lui un’enorme massa alluvionale di fango e detriti, la sua caverna crollò su se stessa al passaggio dell’ondata, e Farax fu contento di aver seguito l’intuito.

Ma adesso non c’era tempo di pensare, la massa di fango arrivava, e Farax, in tutta fretta, si voltò ed iniziò a correre dalla parte opposta dell’oasi, ormai oscurata e non più brillante come una volta, verso il corridoio naturale di canne di bambù, reso scuro e impenetrabile dalla pioggia e foschia.

Poi Farax ripensò a quei poveri Panda, c’era il rischio che venissero schiacciati dalla furia dell’alluvione se non scappavano; allora si voltò, preoccupato, ma continuando a correre: i Panda stavano correndo lungo il corridoio di bambù per sfuggire all’alluvione, ed erano dietro di lui, spaventati e affannati.

Farax adesso aveva capito: la paura, il pericolo, i Panda, la corsa, quello che stava accadendo rispecchiava alla perfezione gli incubi che lo assillavano. Ciò che adesso faceva e provava era il riflesso di ciò che ogni notte sognava, adesso non pensava più che fossero incubi, ma quasi premonizioni. Il particolare che rendeva differenti gli ultimi incubi dai primi non era riuscito a mai a coglierlo, questo perché non guardava mai negli occhi i Panda che lo seguivano/inseguivano, perché ne aveva timore; se invece lo avesse fatto avrebbe potuto notare solamente lo stesso affanno e spavento che adesso provavano gli animali che lo seguivano cercando di sfuggire alla morte. Farax ebbe una sensazione di sollievo, capendo ciò che gli accadeva, che però scomparve un momento dopo quando vide davanti a se il muro di canne che delimitava la parte centrale della piantagione di bambù dall’esterno, come un invisibile barriera composta di visibilissimi cancelli naturali. Si convinse che doveva riuscire ad attraversarla, e appena arrivato cercò un modo per poterla superare, dopo pochi secondi di paura e tremito, riuscì a passare oltre, ma prima di continuare si ricordò dei Panda.

° Non posso lasciarli qui a morire!!! ° pensò Farax

In effetti loro non potevano passare oltre quella strana barriera, che fino ad ora li aveva protetti da pericoli esterni, ma adesso poteva diventare la loro forca. In una frazione di secondo che gli sembrò un’infinità, Farax decise di tornare indietro, voleva aiutare i Panda, anche se non sapeva assolutamente come reagire. Pensava, e pensando volgeva la testa verso i Panda, vicini a lui, e verso l’alluvione che arrivava. Guardava le facce degli animali, e gli sembrava quasi che lo stessero pregando di salvarli, o almeno di cercare di aiutarli, e Farax era questo che si sentiva di dover fare. Non sapendo nemmeno il perché, si posizionò fra gli animali e la corrente che arrivava rapida; forte di una nuova forza, presa dal più profondo luogo del suo cuore, scosso dallo sguardo dei Panda, li aveva capiti e adesso li voleva aiutare. La frana alluvionale arrivava, lui raccolse la sua anima, sentiva i Panda vicino a lui, chiuse gli occhi se sentì un immenso calore provenire dal centro del petto. Ci fu un’esplosione verde smeraldo, una luce intensissima si proiettò in tutte le direzioni, avvistata anche da Lin e Milo dalla casetta oltre la collina. I due uscirono di casa, leggermente spaventati, cercando la fonte di quel bagliore immenso.

-Impossibile!!!- disse Milo, rimanendo a bocca aperta.

-Cosa è successo Maestro?- chiese Lin vedendo la faccia di Milo attonita.

Milo non riuscì a rispondere. Rimasero entrambi sotto la pioggia, ad osservare la luce che si affievoliva.

Adesso nella foresta di bambù c’erano detriti ovunque, molte piante erano state sradicate, altre piegate, le più forti avevano resistito; in fondo al corridoio la cascata aveva diminuito la portata e stava tornando alla normalità; mentre alla parte opposta una scena si stagliava al centro del corridoio: Farax era svenuto, tutto bagnato, steso in terra e ricoperto anche lui di fango e detriti, mentre i Panda stavano dietro, dove l’acqua dell’alluvione non li aveva nemmeno sfiorati. Il sole tramontava e si fece notte. Farax si risvegliò improvvisamente, da un sonno senza ne sogni ne incubi, si guardò intorno: adesso si trovava su un tappeto di giovani e morbide canne di bambù steso sotto una rupe rocciosa, aveva smesso di piovere, intorno a lui c’erano una decina di Panda, e in quel momento si ricordò di quello che era capitato. Una strana energia lo aveva pervaso, aveva visto una luce verde brillante scaturire involontariamente dal suo petto e dal suo corpo, che si abbatteva sull’ondata, dispersa fra le file laterali del corridoio, dopo di ciò il buio totale: aveva perso i sensi.

Ora che era sveglio vedeva il sole alto nel cielo, caldo e brillante, già in primo pomeriggio; molto probabilmente aveva dormito per un giorno, o anche più, ma questo a lui non importava, era contento che i Panda con i loro cuccioli non avessero subito nessun danno. Come a sentire i suoi pensieri, un Panda, zoppicante, quello con la cicatrice sulla zampa destra, quello che aveva bloccato Milo, quello che il giorno in cui arrivò lo rincorse, probabilmente il capo-branco, si avvicinò a Farax; il ragazzo si impaurì all’inizio, poi si calmò, alzò la mano e la passò sulla testa dell’animale: il Panda si stava strofinando affettuosamente contro la spalla di Farax.

Il ragazzo poi si alzò, si diresse verso destra, come per voler raggiungere l’oasi, anche se non avevo la minima idea di dove fosse; in quel momento i Panda lo seguirono, lo superarono e lo portarono, facendosi seguire, e assicurandosi che Farax li seguisse, proprio all’oasi, ritornata splendente.

Farax bevve dalla cascata, capì che il suo addestramento nel canneto era terminato quando quella luce era fuoriuscita di se, quando pur di aiutare qualcuno aveva rischiato la propria vita; si asciugò le labbra dall’acqua, accarezzò uno per uno tutti gli esemplari di Panda, come per salutarli, e si diresse verso il corridoio naturale, mezzo distrutto, e dove adesso la "barriera" di canne era infranta e portava all’esterno, nella zona periferica della foresta, dove il sole illuminava tutto a tratti, le canne avevano un’altezza minore e il verde brillante era leggermente più spento.

Mancava poco al tramonto, e allora decise di affrettarsi; uscì totalmente dal canneto, si diresse in corsa verso il crinale della collina, e camminò lentamente verso l’altro versante, dove riconobbe la casetta di legno. Fuori lo attendeva Milo, che probabilmente aveva capito, dopo il bagliore, che presto sarebbe tornato il suo allievo, e chiamò Lin, che si trovava dentro casa; la ragazza uscì e voltandosi verso Farax, scoppiò in lacrime di gioia, gli corse incontro e lo andò ad abbracciare. Farax ricambiò; poi, nella calda e rossa luce del tramonto, con il cuore in pace ed una nuova forza dentro di se, si diresse verso il Maestro per salutarlo.

-Bravo Farax, abbiamo sentito fin qui la tua energia e l’efficacia del tuo amore. Sei riuscito a risvegliare dentro di te, senza che ti dicessi niente, il tuo Cosmo. Complimenti!!!-

-Maestro, è stato il mio cuore a voler risvegliare quella energia di cui parlate, per poter salvare qualcuno che aveva bisogno d’aiuto,…e ne sono contento!- e ripensò ai Panda sani e salvi.

-Forza Farax, ti preparo una bella cena per festeggiare la tua vittoria. Dopodiché ti meriti un bel po’ di riposo!- disse Lin ancora tutta emozionata e con un bel sorriso splendente sul viso.

I tre entrarono in casa, con il volto sorridente, mentre fuori iniziava a farsi buio.





In lontananza, in un posto senza dimensione, due enormi occhi rossi guardavano quella scena:

-Che deplorevole situazione. Questa non ci voleva…!!!-

Il tutto venne interrotto da un grande lampo nero che squarciò la notte.
 
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Beths
view post Posted on 17/6/2008, 23:08




sei un picoclo prodigio, farax!!! mi rendi sempre più curiosa...
 
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view post Posted on 17/6/2008, 23:10

Semidivinità

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ah ti ringrazio betty-chan ^_^
 
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Vilya
view post Posted on 18/6/2008, 11:20




*_* che grande cavaliere sarai! Anche io voglio essere un cavaliere come te! *_*
 
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view post Posted on 18/6/2008, 11:25

Semidivinità

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ahhah grazie...XDXD
 
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view post Posted on 22/6/2008, 22:29

Semidivinità

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10_La Leggenda dei Cavalieri


Il Sole era tramontato già da un po’; Farax, Lin e Milo erano seduti al tavolo, in legno, ancora ruvido, quasi sembrava fosse stato appena lavorato. La cena era illuminata da due candele poste all’incirca simmetriche sul tavolo, che inquadravano il viso di Milo seduto di lato, mentre Lin e Farax erano ai due capi opposti; stavano mangiando una calda zuppa di riso.

Farax lì si sentiva come a casa ormai, anche perché il suo destino l’aveva portato in quel posto già da un anno e qualche mese.

°In fondo che cos’è una casa?° pensava Farax °un luogo al coperto, dove vivi la tua vita, magari con persone che ti vogliono bene…°

Così ripenso a casa sua, la sua vera casa, dove mamma e papà lo aspettavano, in Italia. Ripensò a quella in cui stava ora, temporanea si, ma anche lì c’erano persone che gli volevano bene e che credevano in lui e nelle sue capacità, cioè Milo e Lin. E inoltre non poté fare a meno di contare un terzo luogo, una terza abitazione, anche se ormai distrutta: la grotta dietro la cascata nel canneto di bambù; anche lì aveva una parte del suo cuore, con i Panda che aveva salvato e che lo avevano "incoraggiato ed aiutato" nella sua dura impresa di allenamento, risvegliando in se il cosmo che in tutti sta sopito.

Sorrideva leggermente durante la cena, e Lin di ciò era lieta; era molto contenta che tutto fosse andato bene, anzi, alla perfezione. Da più di un anno aveva fatto la conoscenza di quel ragazzo, ma ancora sapeva poco del suo passato. Si sentiva bene quando stava vicino a lui, quando lo guardava da lontano, o solamente quando pensava a lui, ma nonostante ciò non aveva intenzione di fraintendere i propri sentimenti e le sue emozioni, un po’ per paura, un po’ per vergogna.

Milo, guida ormai per entrambi i ragazzi, si sentiva quasi di troppo fra i due, in quanto aveva capito i loro reciproci sentimenti, anzi, molto probabilmente avendo un punto di vista esterno, era l’unico che aveva chiara la loro "situazione". Esperto cavaliere, di cui ne Farax ne Lin conoscevano la casta, era disposto anche a lasciarli fare, a patto che il ragazzo fosse comunque impegnato e fisso al massimo sul suo obiettivo.

Dopo cena, passata relativamente in silenzio, ognuno sui suoi pensieri, le scodelle vuote sul tavolo e le candele consumate per metà, Farax raccontò a Milo e Lin tutto ciò che gli era capitato nel canneto dal giorno della sua partenza. La paura, la fatica, il significato del suo incubo, che incubo alla fin fine non era, e l’esplosione del suo cosmo. Però alla fine dovette ammettere che in realtà era soddisfatto della sua esperienza, e ovviamente Milo e Lin lo erano del giovane aspirante cavaliere. Continuarono a parlare, ridere, scherzare, sospirare, e quando le candele erano quasi terminate, decisero di fare in fretta a rimettere a posto e di andare a letto; Farax era molto stanco, e il suo primo desiderio, dopo aver mangiato un buon piatto della cucina di Lin, era dormire su un letto…finalmente; letto poi per modo di dire: legno, sacchi riempiti di morbido grano, juta, ruvide coperte, ma d’altronde sempre meglio che dormire per terra…e poi in fondo era un allenamento.

Farax e Milo diedero la buonanotte a Lin ed entrarono nella loro stanza, poi dopo un cenno di saluto, i due si diressero ognuno verso il proprio giaciglio. Farax si stese subito, iniziò a ripensare casualmente alla sua infanzia, alle risate e litigi con le due sorelle,e ripensava e si preoccupava per loro e per il loro addestramento:

°Chissà cosa staranno facendo in questo momento…Vi auguro di poter sentire la stessa forza che ho sentito io quel giorno, sorelle mie…io vi starò sempre vicino col pensiero…fino a quando non ci rivedremo, un giorno o l’altro!°

Dopodiché si addormentò; non sognò niente, nè ebbe incubi, per fortuna, e la mattina dopo Milo fu costretto a chiamarlo, perché Farax non ne voleva sapere di alzarsi. Il Maestro aveva capito comunque che il suo era stato un sonno tranquillo; lo aspettava però una giornata affaticante, gli avrebbe spiegato il significato di "cosmo", l’avrebbe dovuto risvegliare di nuovo, ma cercare anche di controllarlo.

-Farax…Farax…forza, giù dal letto! Ti aspetto fuori per l’allenamento…-

Il ragazzo si svegliò e si alzò, ancora un po’ frastornato, e pochi minuti dopo era già pronto; Maestro ed allievo uscirono di casa , lasciando che Lin dormisse ancora un po’, e si diressero verso la cima fresca della collina, mentre il Sole stava sorgendo, e fra poco avrebbe iniziato a sprigionare calore e luminosità su tutta la Terra. Il ragazzo vide con occhi nuovi quel giorno, sentiva che qualcosa in lui era cambiato, qualcosa che lo faceva sentire più forte ma che al tempo stesso lo controllava e bilanciava.

I due arrivarono sulla cima della collina appena imbiondita dai novelli raggi solari, Milo si girò verso l’allievo dicendo:

-Dopo i tuoi allenamenti, sarebbe il momento che tu iniziassi a risvegliare il tuo cosmo, ma questo sappiamo entrambi che è già successo, perciò diciamo che faremo una specie di ripasso! … Parlami del cosmo Farax… - e Milo si mise con le braccia conserte aspettando una risposta dal ragazzo.

-Beh Maestro…non so dirle esattamente cosa sia il cosmo, ma ho percepito una nuova forza scorrere dentro me, scaturita però dal cuore…è come se mente, corpo e cuore si fossero uniti in una cosa sola, e più il mio cosmo arde e più mi sento in quiete ed equilibrato…!-

-Perfetto Farax, era questa la risposta che volevo- disse Milo –sei riuscito a descrivere il cambiamento che il cosmo provoca in ogni cavaliere, ma devo anche dire che mi ha stupito la tua umiltà; spesso succede che molte persone, dopo essere riuscite a raggiungere il cosmo, non siano potute diventare cavaliere, questo perché credendo di essere diventate forti oltre ogni limite, hanno dimenticato la loro umanità, dedicandosi solo al raggiungimento del potere assoluto. Comunque iniziamo dal principio: la Dea Athena e i suoi Cavalieri!

"Nella mitologia greca Athena è la dea della guerra, figlia di Zeus, il re degli dei, nata dal suo cranio indossante una scintillante armatura, l’Armatura Divina di Athena. Ma ad Athena non piaceva combattere, e le sue battaglie erano sempre difensive. Combattè contro Ares, Poseidone, Hades; queste guerre duravano molto a lungo, ma la dea al suo fianco aveva dei ragazzi che la proteggevano: i Cavalieri di Athena. Ragazzi con grande forza e coraggio, arrivavano da tutto il mondo. Siccome Athena odiava l’uso delle armi, i Cavalieri combattevano solo con i loro corpi, i loro pugni fendevano l’aria e i loro calci erano in grado di spaccare la terra. Vengono chiamati i "Guerrieri della Speranza", e ricompaiono ogni volta che un pericolo incombe sulla Terra, insieme alla loro Dea."-

-Quindi Maestro, ciò significa che anche la dea Athena è rinata su questa Terra?-

-Già, o almeno dovrebbe; non è molto sicuro ciò, ed è abbastanza complicata la situazione, ma continuiamo con la nostra spiegazione:

"I Cavalieri spesso rischiano la loro vita, ma dalla loro hanno la costellazione protettrice, per sopperire, con l’aiuto del cielo, alla mancanza della loro forza"-

-Ma Maestro, cosa significa esattamente questo?- chiese Farax, in piedi, ben dritto con le braccia lungo i fianchi, assorto nel racconto di Milo, mentre il Sole già riscaldava ben-bene il luogo dove si trovavano.

-Ora te lo spiego: ti dissi che la tua costellazione protettrice è quella del Panda, così come il Panda è l’armatura che vuoi conquistare. Bene, devi sapere che le armature non sono semplici involucri, ma vivono in simbiosi con il cavaliere che proteggono, così come la costellazione, che perde la sua luminosità se il proprio cavaliere muore; ma ho da dirti anche che il potere di ogni cavaliere deriva dal suo cosmo.

"Tutto è composto di atomi, i fiori, gli animali, le pietre ed anche i nostri corpi, tutto ciò che si trova sulla Terra; ma non solo, anche le stelle che brillano nel cielo e che individuano le costellazioni, tutto quello che esiste nell’universo è composto di atomi. Quindi distruggere qualcosa significa fondamentalmente scomporla in atomi. Prima della nascita della Terra, delle stelle e dell’universo, tutto era in una cosa sola; a causa del Big Bang questa cosa unica esplose creando tutto ciò che noi possiamo vedere oggi; quindi anche il tuo corpo è un piccolo cosmo che nacque in quel momento con il Big Bang. Ogni uomo ha dentro di se un cosmo, ed i cavalieri sono quelli che riescono a conoscerlo meglio."

Ecco cosa significa quando dico che il cielo può aiutarti, sopperendo alla mancanza di forza, il cielo inteso come cosmo che hai all’interno del tuo corpo; è questo che fa di un uomo un ^Cavaliere di Athena^"

Dopo questo riepilogo, visto che già sei riuscito a richiamare il cosmo che giace dentro te, dovrai riuscire a rievocarlo e a stabilizzarlo, cercando pian piano di accrescerlo. Per ora il mio compito è terminato, dovrai riuscire a concentrarti rievocando in te i ricordi ed i sentimenti che ti hanno permesso di risvegliare il cosmo la prima volta, e dovrai farlo da solo.-

-Certo Maestro, ho ben capito cosa volete dire…grazie!-

Così Farax si mise a sedere sull’erba leggermente umida della collina ed iniziò a concentrarsi, liberando mente e cuore dai tutti i pensieri.
 
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Beths
view post Posted on 22/6/2008, 22:43




bello!! la spiegazione del cosmo è molto dettagliata... l'hai scritta tu?
 
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