| Capitolo 7
"Era come una ricetta: tanti ingredienti, a piccole dosi, per un risultato che non può essere designato con le semplici parole di un’umana ormai defunta"
Bankotsu abbandona le labbra da tempo deserte della donna; questa volta le spalle e se ne va, ma dentro sta tremando, più d’un neonato che cerca le braccia della madre. Abbassa il capo, non aspetta nemmeno che lui la segua. Bankotsu ride tra sé. “Tu…come…” incespica il mezzo-cane. “E’ probabile che ci rivedremo. Arrivederci, bella Kagome” Quella sente ancora la morbidezza delle sua labbra premute sulla guancia rosa.
“Perché l’hai fatto? Voglio una spiegazione” digrigna i denti, fremendo. “Oh, cosa ti turba tanto?” soggiunge. “Mi hai…” “Baciata, sì. Non ti era mai accaduto?” Porpora colora le sue guance. “Sì; sì, mi è capitato. Ma forse sono sconvolta perché non ne ricordavo la sensazione” Rotea gli occhi al cielo, assapora le fragole di bosco. “Non ti è piaciuto?” Lo guarda, timorosa. “Non porre domande alle quali non posso rispondere” “Mah…secondo me desideravi una gelosa reazione dell’ibrido e sei delusa perché non l’hai ottenuta. Anche se non bruci più d’amore per lui, non ti viene di dimenticarlo. Chissà…sapresti dirmi quale bacio è il migliore, il suo o il mio…” la provocò. “Non so cosa volessi trasmettere tu. Forse la tua era una sfida…ma quando mi baciò lui…Era come una ricetta: tanti ingredienti, a piccole dosi, per un risultato che non può essere designato con le semplici parole di un’umana ormai defunta” Bankotsu sorride. “Defunta, sì…ma le tue labbra, ora lo so, son più che vive” Si avvicina, le dita le sollevano il mento. “Bankotsu, no…” “Sì, Sacerdotessa…sì…”
TO BE CONTINUED…
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