Capitolo 6: Una speranza per me?Non fatevi ingannare dalle apparenze, dico solo questo Kanna rimase non poco sbalordita quando, varcando la soglia dell’istituto, non udì alcuna presa in giro. Ne approfittò, fermandosi perfino ad acquistare una merendina al distributore.
Entrò in classe, sorridendo lievemente, vedendo Naraku.
Questi alzò la mano per salutarla, ma a precederlo fu Kagome, che la abbracciò di slancio.
“Kanna!! Sei sempre puntuale, tesoro! Dove hai comprato questa collana, è magnifica! Per non parlare degli orecchini!!”
Kanna provò a darsi un pizzicotto. Era tutto vero! Kagome la lodava e la trattava come se fossero amiche da sempre.
“G…grazie…”
“So che ti sembro strana, ma l’altro giorno mi hai fatta riflettere. Hai ragione, non mi hai fatto nulla di male, scrivi poesie stupende e vorrei chiederti perdono per tutte le volte che ti ho detto delle brutte cose”
Kagome la guardava con dolcezza. Non poteva crederci. Era magnifico.
Se Kagome fosse diventata sua amica, lo sarebbe stata la scuola intera.
“Va bene, Kagome…” L’altra gridò di gioia.
“Evviva! Siediti qui!!” Kanna osservò Naraku, che le mostrò il pollice alzato.
“Cosa prendi per pranzo?!” cinguettò Kagome, bevendo una cola dietetica.
“Oggi hanno fatto gli spaghetti, prendo quelli” rispose ancora perplessa afferrando il vassoio.
“Beata te che rimani con quel fisico…io sto ingrassando!”
Kanna strabuzzò gli occhi sul suo pancino piatto e sulle gambe snelle.
“Scherzi?! Sei la ragazza più bella e sensuale di tutte!”
Kagome storse la bocca, passando le mani fra i meravigliosi capelli un po’ mossi, neri come il carbone. “Può darsi ma Inuyasha ha cominciato a preferire la ragazza dell’altra classe, Ayame…”
Kanna arrotolò gli spaghetti nella forchetta.
“Questo non significa che tu sia brutta, ma che lui non ti merita”
Kagome sorrise. “Già…ma a te piace Naraku Onigumo?!”
Kanna rischiò di strozzarsi. “Come?!! Certo che no!! Voglio dire…è simpatico, ma…nient’altro”
“Sono contenta di saperlo, perché a me interessa e…non vorrei che diventassimo rivali…” mormorò suadente. Kanna scosse il capo, concentrandosi sul suo piatto.
TRE GIOVANI FIORENTINE CAMMINANO, DINO CAMPANAOndulava sul passo verginale
Ondulava la chioma musicale
Nello splendore del tiepido sole
Eran tre vergini e una grazie sola
Ondulava sul passo verginale
Crespa e nera la chioma musicale
Eran tre vergini e una grazia sola
E sei piedini in marcia militareCom’era dolce quella poesia…soave, leggiadra.
Kanna adesso si sentiva come una di quelle tre vergini. Spensierata, contenta.
La vita sembrava mostrarle finalmente un brillante raggio di sole.
Tornava a casa quasi saltellando. Ma come mai Kagome era cambiata in maniera così repentina?!
Ora come ora non se ne preoccupava più di tanto. E poi era così innamorata…Naraku si era dimostrato gentile e premuroso nei suoi confronti. Erano due settimane che gli dava ripetizioni di matematica. Ogni volta che lo guardava negli occhi sentiva un tuffo al cuore, e la certezza del suo amore si faceva più salda.
Mentre si gongolava nell’immagine del suo caro Naraku, sentì qualcuno che la chiamava.
Si voltò. Era lui!
“Ciao Kanna. Ti accompagno, se ti va!”
Kanna sorrise. Un sorriso splendido, abbagliante.
“Certo!”
“Prego accomodati”
“Kanna!!” Kagura scese le scale rapidamente.
“E’ arrivata una lettera per te, l’ho messa in camera tua” “Grazie” e volò nella sua stanza, curiosa.
Naraku osservò le mani tremanti di Kanna stringere quel foglio di carta. I suoi occhi pieni di lacrime. Non disse nulla, permettendole di godersi quella lettera, probabilmente molto importante.
Mia dolcissima Kanna,
avrei potuto spedirti una mail, ma scrivere su un foglio di carta con la mia penna mi sembra più adatto, poiché trovo sia una forma più intima e personale.
Qui va tutto bene, anche se è tutto molto caro, ma ho parecchi amici, la scuola è buona e il francese è una lingua stupenda, ti ricordi quando facevamo finta di parlare come delle signorine snob con la erre moscia?
E tu come stai, tesoro? Continui a scrivere e leggere poesie? Spero di sì, sei così brava.
Hai un talento magnifico e so che saprai coltivarlo al meglio.
Mi manchi tanto, sai stellina…mi mancano quegli abiti storti che cucivamo, gli esercizi di giapponese antico che ci facevano impazzire, le classifiche dei karateka più carini che vedevamo in tv…
Mi manchi, Kanna-chan. Vorrei tanto riabbracciarti.
Sei speciale e non devi cambiare per nessun motivo.
Mi dispiace che fra cinque minuti inizia la lezione di educazione civica, altrimenti continuerei la lettera.
Una cosa, comunque, rimarrà per sempre invariata.
Ti voglio tanto bene.
Con immenso affetto ed un mare di baci,
La tua Migliore Amica
Kikyo ♥“Ki…Kikyo…” Kanna piangeva sommessamente.
D’improvviso, qualcosa di caldo e soffice l’avvolse.
“Naraku…”
“Kikyo ha ragione…sei speciale…”
Le sollevò il viso.
A Kanna il cuore batteva dappertutto. Nelle orecchie, in gola, nello stomaco.
Questione di un attimo.
Le labbra di lui si posarono su quelle di lei con un garbo ed una delicatezza vellutati.
Questa volta, le lacrime di Kanna erano colme di felicità.
TO BE CONTINUED…