| eeeeh sì ^^ grazie =) dato che ieri non ho postato, recupero oggi =P
Capitolo 9: Odi et amo
Beh, credo che questa sia una delle creazioni più vere, significative, brevi e splendide della letteratura mondiale...un profondo inchino per il nostro Catullo e un augurio di buona lettura per voi cari lettori...
La pioggia colava con crescente veemenza, non badava ai due giovani stretti e fusi in un’unica anima. “Kanna…andiamo…se no ti becchi una polmonite…” Kanna affondò il naso nel suo collo. Naraku la fece alzare, tenendola sempre abbracciata. “Naraku…” Lui si irrigidì. Era fradicio eppure riuscì a provare una sensazione calda e dolce. Decise di portarla a casa. Quel giorno non c’era la madre di Kanna, era andata in città per incontrare chissà quale cliente. I vestiti, si accorse al ragazzo, aderivano come una seconda pelle alle sue curve delicate e mai vezzeggiate da nessuno. Lei tremava, con le braccia incrociate. “Kanna…devi toglierti questi vestiti, sono gelati…” Senza attendere risposta, posò le dita sulla cerniera dell’abito e l’abbassò. Il ronzio dell’apertura era l’unico rumore presente. Kanna lo fissava. Naraku pregò che non si accorgesse del suo tenue rossore e le sfilò l’abito. Il reggiseno era di semplice cotone, con alcuni singolari ricami sulle coppe. “Me l’ha cucito Kikyo” Naraku sorrise.
GAIO VALERIO CATULLO, ODI ET AMO
Odi et amo. Quare id faciam fortasse requiris. Nescio, sed fieri sentio et excrucior
Naraku ripassava quella poesia, calcandola, pur odiando il latino. Non sapeva che Kanna pensava alle stesse parole. La prese per le spalle e la poggiò sul letto, come volesse deporre un fragile ma bellissimo vaso di porcellana. Kanna giocava ingenuamente con le cordine dei suoi pantaloni. Non riusciva a decifrare i suoi occhi, ma era contento di non scorgervi tristezza. “Mi temi?” le chiese contro la spalla. “Ti amo…” bisbigliò, credendo di pensarlo. Le abbassò la spallina. “Sei sicura? Guarda che poi te ne penti…” “No…”
I need some love, ‘cause I haven’t need a love before…wanna make love to ya baby… (Two Become One, Spice Girls)
Lo voleva. Che paura poteva avere? Bisognava aver paura delle cose brutte, che causavano dolore. Amarlo ed essere amata da lui, invece…era meraviglioso. D’un tratto si trovò nuda e lui pure. Sopra di lei. Inarcò una gamba per impedirgli di lasciarla. “Non andartene…” Risuonò ancora quella poesia.
GAIO VALERIO CATULLO, ODIO E AMO
Odio e amo. Forse ti chiedi come io faccia. Non lo so, ma sento che accade e che è il mio tormento.
-La libertà, l’indipendenza…ideali che tali rimangono, poiché si è sempre vincolati da qualcosa. Che sia una regola, una catena o una persona…- E quell’attimo che mai più sarebbe ritornato, in quel pomeriggio uggioso, il suo sogno d’amore sincero, venne coronato.
TO BE CONTINUED…
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