I Galli tributavano il massimo culto a un dio che i Romani identificarono con Mercurius. Nonostante l'abbondanza di dediche e monumenti che in epoca tardo-antica i Galli innalzarono a questo loro Mercurius e il gran numero di epiteti a lui attribuiti, l'identità originale di questa importante divinità celtica continua a sfuggirci.
Il dio che i Galli venerano sopra ogni altro è Mercurius.
Questa notizia potrà apparire strana a un cittadino romano, il quale ben sa che è a Iuppiter, il re degli dèi, che va tributato il culto supremo. Evidentemente non la pensano così i Galli, come testimoniò il divo Cesare nei commentari delle sue campagne.
L'immagine che questi barbari si fanno di Mercurius non differisce molto dalla nostra. Anche in Gallia, Mercurius è il dio che indica il cammino ai viandanti, che li guida e li protegge lungo le strade, che si occupa dei commerci e delle attività finanziarie, il più abile ad assicurare buoni guadagni. Inoltre, è a Mercurius che i Galli attribuiscono l'invenzione di tutte le arti e le tecniche.
A Mercurius i Galli innalzano il maggior numero di monumenti, tale è la devozione che gli portano. Questo fatto fu notato da Cesare ai tempi delle sue campagne ma, ancora ai nostri giorni, il viaggiatore che attraversi la Gallia potrà vedere, lungo le strade, le molte statue e iscrizioni dedicate al dio dei viandanti e degli artigiani. Da quando furono romanizzati, i Galli hanno preso a rappresentare Mercurius secondo l'immagine classica: un giovane nudo e sbarbato, con il caduceo in pugno, il petaso in testa, calzari alati ai piedi, e in mano la borsa per il denaro. Ma all'occorrenza si possono incontrare le immagini, assai diverse, di un Mercurius vestito secondo la foggia gallica, dal mento barbuto. Talvolta lo accompagnano degli animali: un gallo, una capra, una lucertola o una testuggine. Un greco potrà forse riconoscere nella testuggine quella da cui il giovanissimo Hermês ricavò la sua prima lira, ma il gallo e la capra rimangono simboli del tutto estranei alle figurazioni classiche del dio. Altre volte accanto a Mercurius troviamo un serpente dalle corna d'ariete.
Spesso, Mercurius è affiancato da una dea chiamata Rosmerta, la Provvidente. I romani l'hanno via via identificata con Maia, Fortuna, Felicitas e Salus. I Galli la chiamano anche Visucia, la Sapiente.
Nella città di Lugdunum, che i Romani posero a capitale della Gallia, il culto di Mercurius viene particolarmente curato e messo in intimo rapporto con quello dell'imperatore Augusto.
fonte: bifrost