Induismo, in generale

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view post Posted on 1/7/2007, 11:54

Semidivinità

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L'Induismo è la più antica delle principali religioni del mondo e, con più di 900 milioni di fedeli, è attualmente la terza più diffusa, dopo il Cristianesimo e l'Islam. Dare una definizione unitaria dell'Induismo è difficile, poiché esso – più che una religione in senso stretto – si può considerare una serie di correnti devozionali e/o metafisiche e/o filosofico-speculative eterogenee, aventi sì un comune un nucleo di valori e credenze, ma differenti tra loro a seconda del modo in cui interpretano la tradizione, e a seconda di quale aspetto diviene oggetto di focalizzazione per le singole correnti.

L'induismo (सनातन धर्म) o più correttamente Sanātana Dharma (all'incirca "Eterna legge morale") è più un modo di vivere e di pensare che una religione organizzata. Storicamente, la parola hindu (da cui "indù") non faceva riferimento a un sistema di credenze religiose: il termine, di origine persiana, indicava semplicemente coloro che, dal punto di vista dei persiani abitavano dall'altra parte dell'Indo. Dopo la colonizzazione britannica, il termine fu impiegato per indicare un insieme variabile di fatti religiosi.

Nel 1966 la Corte suprema dell'India ha definito il quadro della "fede indù" sui seguenti principi:

1. l'accettazione rispettosa dei Veda come la più alta autorità riguardo agli argomenti religiosi e filosofici, e l'accettazione rispettosa dei Veda da parte dei pensatori e filosofi indù come base unica della filosofia indù;
2. lo spirito di tolleranza e di buona volontà per comprendere e apprezzare il punto di vista dell'avversario, basato sulla rivelazione che la verità possiede molteplici apparenze;
3. l'accettazione, da parte di ciascuno dei sei sistemi di filosofia indù, di un ritmo dell'esistenza cosmica che conosce periodi di creazione, di conservazione e di distruzione, periodi, o Yuga che si succedono senza fine;
4. l'accettazione da parte di tutti i sistemi filosofici indù della fede nella rinascita e preesistenza degli esseri.
5. il riconoscimento del fatto che i mezzi o i modi di raggiungere la salvezza sono molteplici;
6. la comprensione della verità che, per quanto grande possa essere il numero delle divinità da adorare, si può essere indù e non credere che sia necessario adorare le murti (rappresentazioni) delle divinità;
7. a differenza di altre religioni o fedi, la religione indù non è legata a un insieme definito di concetti filosofici.

Secondo un altro punto di vista, un "indù" è colui che crede alla filosofia esposta nei Veda (lett. "sapere", "conoscere"). I Veda sono forse le scritture religiose più antiche del mondo e il loro insegnamento di base è che la vera natura dell'uomo è divina. Dio, o il Brahman (come è di solito chiamata la matrice metafisica di tutto ciò che esiste) è presente in ogni essere vivente. La religione è dunque una ricerca e una conoscenza di sé, una ricerca del divino presente in ogni individuo. I Veda dichiarano che nessuno ha bisogno "di essere salvato", perché nessuno è mai condannato; nel peggiore dei casi, si vive nell'ignoranza della propria vera natura divina.

Il Vedānta riconosce che ci sono molti approcci diversi a Dio, e tutti sono validi. Non importa quale genere di pratica spirituale si conduca, poiché ognuna conduce al medesimo stato di realizzazione del Sé. Così i Vedānta insegnano il rispetto di tutte le credenze e si distinguono dalla maggior parte delle altre fedi maggiori per il loro forte incoraggiamento alla tolleranza verso questi diversi sistemi di fede.

In sanscrito, il termine Sindhu indica in senso generale una distesa d'acqua (un mare, o un lago), ed in particolare il fiume Indo. Gli Arya chiamavano il proprio territorio Sapta Sindhu, la terra dei sette fiumi (tra i quali appunto l'Indo), con un'espressione attestata numerose volte nel Rig-veda. Il suono /s/ (iniziale e intervocalico) in persiano antico diventa /h/, e così nell'Avesta Sapta Sindhu diventa Hapta Hindhu. La regione a est del fiume Indo diventa così l'Hindustan, e i suoi abitanti sono chiamati "hindu" (indù) da Arabi e Persiani e, più tardi, da Greci e Romani. L'utilizzo del termine hindu nell'accezione di "abitanti dell'India", probabilmente per influenza iranica, è attestato in alcuni testi medioevali in sanscrito, quali Bhavishya Purâna, Kâlikâ Purâna, Merutantra, Râmakosha, Hemantakavikosha ed Adbhutarûpakosha.

L'induismo è definito anche "arya dharma", la religione degli Arya (e quindi nobile) e "Vaidika Dharma", la religione dei Veda.
 
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