Ranma 1/2 La confusione continua

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l-orsi
view post Posted on 7/12/2008, 17:29





Per chi aspetta il continuo di Legame Antico(altra mia fanfiction) questa settimana ci sarà.



Ranma ½
La confusione continua...


Al Furinkan.


L’orologio del’istituto Furinkan rifletteva la luce del sole d’Aprile, l’atmosfera tranquilla(parole grosse per Nerima) stava per essere interrotta come ogni anno.
Quest’anno più degli altri forse.

“Ehi Saotome?”

Un ragazzo capelli e occhi neri si volto verso un gruppetto di ragazzi che lo stava raggiungendo, come lui avevano tutti divise delle superiori, cartelle alla mano.

“Quest’anno non ci vedremo tutti a scuola”.

“Ma potremo sempre ritrovarci nel tempo libero” ripose tranquillo.

Si accorse però che il gruppo si era fermato ad occhi sgranati, fissando una ragazza anche lei in divisa studentesca, capelli lunghi neri fino alle spalle ed occhi azzurri, che camminava più avanti.

“Ma quella è tua sorella Yumi, sta facendo la tua stessa strada!”

“Ha fatto di tutto per farsi spostare al Furinkan, anche a rischio di rovinarsi il curriculum” sbuffò infastidito.

Era sempre la stessa storia, un sacco di ragazzi le correvano dietro, quello che lo infastidiva, era che essendo la sorella maggiore la madre lo faceva sorvegliare da lei perché non prendesse i difetti di suo padre da giovane, inoltre era molto più brava di lui nelle arti marziali, anche se era il preferito di suo padre, forse perché non era bravo con le ragazze come diceva, anche se era sua figlia.
Ora erano nella stessa scuola pergiunta.
Le scocciava essere fissata dai ragazzi, ma quella mattina era di buon umore, suo padre era stato contento sapendo che andando al Furinkan suo fratello avrebbe infastidito il preside Kuno Takewaki, che come il padre, ma a modo suo, non era amato dagli studenti.
Lei si era offesa perché proprio per lo stesso motivo l’aveva proibito a lei.
Sempre quel “rispetto” verso le donne che a lei suonava maschilista, anche nelle arti marziali preferiva il fratello, anche se lei era molto più brava. Ma oggi aveva ottenuto ciò che voleva.
Sorriddendo lei iniziò a correre dando il via ad una dell’ennesime sfide tra i due fratelli.

***

Il sole del mattino scaldava il cielo di Nerima, facendo riflettere tra le strade il rosso di un ombrello orientale, posto sulle spalle di un altro studente delle superiori.
Finalmente sarebbe andato a scuola nella famosa Nerima , quante volte l’aveva immaginata seguendo i racconti di suo padre, ma soprattutto avrebbe incontrato il “famigerato” Saotome, così la pensava, anche se la morale di quei racconti diceva il padre non era solo sulla rivalità.
‘Aspettami e stai attento Senma Saotome’ pensò spavaldo, “Scusa, anche tu vai al Furinkan” trasalì sentendo una voce femminile, si girò verso una ragazza imbarazzato.

“Ch.. chi..io… p..pens… so dii si…” farfugliò giocherellando che le dite.

“Ah” rispose lei stupefatta per la reazione, e proseguì considerandolo uno strano tipo.

‘Aspetta’ voleva dirle Hiruke ma gli si seccò la gola.

***

Di buon mattino Kuno si stava allenando nel giardino della sua immensa casa, appena finito si rivolse verso la statua a grandezza naturale della sua amata, la ragazza col codino, almeno lei era rimasta(nelle sue fantasie) dopo che Akane gli era stata strappata dalla quella scimmia di Ranma Saotome. Invece la dea col codino non riusciva a incontrarla da anni, aveva saputo solo di qualche avvistamento.
“Anche questo era in tuo onore, di sicuro la tua bellezza sarà maturata rispetto a quando era un frutto acerbo nel giardino della fanciullezza, che nostalgia, sigh”.

Pensò di andare a rinfrescarsi non prima di essere sicuro che il monumento alla sua amata fosse al sicuro da sua sorella, che aveva già attentato contro le copie precedenti.
Era appena entrato in casa che udì un rombo dal giardino, corse fuori e vide la statua legata ad un elicottero mentre volava via.

“NOOOO! Non puoi farmi questo, sorella degenere la pagherai!” urlò disperato in ginocchio.
La sorella lo guardava da una finestra.

“Caro fratello, non posso lasciare che ti strugga nei ricordi mentre io so per certo che Ranma vive con quell’arpia di Akane” e se ne andò con una delle sue risate folli.

***

Un uomo in bicicletta guadava gli studenti che affollavano la strada con invidia, iniziavano proprio oggi le scuole. Rimase un attimo a fissare le ragazze in divisa, qualcuna lo notò.
“Avete visto quello, sembra un vecchio pervertito”

Meglio andarsen, girò la bici, ma si trovò davanti un poliziotto.

“Cercava qualcosa?”

“No, certo che no” rise grattandosi la testa.

”Meglio così”.

Ogni volta succedeva così, lui era intrappolato in un corpo da trentenne, altrimenti sarebbe andato a scuola, forse insieme a delle ragazze come quelle, tutta colpa di quell’imbroglione di venditore ambulante…
Strinse il manubrio così duramente col solo risultato di farsi male.
"Ho 16 anni! Dannazione!”urlò.

“L’importante è crederci” disse un signore che passava di lì.

Cacciato, senza casa e lavoro, dopotutto solo lui aveva già pagato quell’errore culinario, a lui poi interessavano le arti marziali , al diavolo le tradizioni familiari.
Sentì il brontolio dello stomaco, guardò il portafoglio, qualche spicciolo, forse bastano per un Okonomiyaki, vedendone un ristorante ‘Da Ucchan’.

***

Koachi Suzura, avanzava sicuro verso il Furinkan, studente dell’ultimo anno e presidente del comitato studentesco, pensava ai nuovi di quell’anno, nuovi da plasmare e governare, pensò anche con nostalgia che era il suo ultimo anno.
Aveva sempre vinto le elezioni senza risparmiarsi ogni mezzo per eliminare l’avversario, l’unico in grado di poter guidare quelle pecore pensava. Grazie alla megalomania del preside aveva esteso il suo potere, aveva superato in astuzia la leggendaria Nabiki Tendo pensava(in realtà molti la rimpiangevano, considerando lui uno psicopatico) e difatti emise una risata sconnessa.
Senma e Yumi arrivarono in orario.
‘Mi ha battuto anche questa volta in velocità’ pensò Senma frustrato.
Quando Yumi stava per raggiunge l’ingresso nel cortile apparvero in parata i membri della squadra di Kendo in divisa, si disposero teatralmente, in due file inginocchiati su una gamba, tutti rimasero stupiti, poi tra di loro si fece avanti il preside Kuno Takewaki con un’atmosfera poetica intorno a lui e fare aristocratico.

“Figlia di Akane Tendo” esordì “ti do il benvenuto all’istituto superiore Furinkan, che ancora un volta sarà illuminato da una stella senza pari, la tua”.
Yumi rimastra pietrificata dallo stupore, poi Kuno lanciò uno sguardo gelido a Senma
“Ma tu figlio di Ranma Saotome, non provare a creare disordini o subirai severe punizioni”.

‘Perché Yumi non era figlia di Ranma Saotome’ pensò allibito .Senma
.
Detto ciò sparì come era venuto, intanto si era raccolta un follanumerosa intorno a Senma.
“Sei figlio di Ranma Saortome?!” fu chiesto da mlti

“Beh… si”
Si levò un gran mormorio.
Da lontano un ragazzo con l’ombrello rosso osservava la scena.

“Subito la fama, ma questa volta la storia non si ripeterà, caro Saotome

Stava per lanciare il suo ombrello per saggiare le capacità di saotome ma si accorse che erano tutti entrati.
Gli occhi lucidi per la delusione, un pugno verso il cielo, “Anch’io esisto crudeli divinità” urlò disperato.

***

Un ragazzo capelli ed occhi castano chiari dormiva sereno sul banco, senza la giacca della divisa.
“Ehi Susuke”la voce lo fece svegliare di soprassalto.

Guardo l’amico e la classe, i ragazzi ancora in parte i piedi.
“Sono finite le lezioni Nhinosuke? chiese.

“Sono iniziate stupido” rispose l’altro, "...siamo entrati da dieci minuti, hai continuato a studiare tutta la notte lo stesso capitolo di storia, matematica o altro o semplicemente ti sei dimenticato di andare a letto ieri?…” scosse la testa.
Aveva un livello di attenzione sotto lo zero, disattenzione che lo portava a dimenticare di tutto, speso dimenticava anche di mangiare se non lo avvisavano. Poteva stare ore a ristudiare le stesse pagine a volte, o non tornare a casa ritrovandosi la mattina sempre a scuola Era da l’anno scorso che studiava a Nerima venendo da fuori.
Ormai lo conoscevano tutti per quella caratteristica, il ragazzo delle nuvole.
Iniziava il secondo anno chissà se sarebbe riuscito ad ottenere il diploma.

“Ragazzi devo presentarvi un nuovo alunno trasferitosi da un’altra scuola “ annunciò il professore.
“ Il mio nome è Yumi Saotome” disse la ragazza.
Il silenziò piombò sulla classe, tutti colpiti dalla sua bellezza, viso dolce ma deciso, corpo atletico, perfino Susuke Hibiki rimase veramente attento per la prima volta dopo molto tpo
Tutti gli Hibiki non erano indifferenti alle ragazze, anzi perdevano la testa, avendola già persa per Susuke l’effetto era contrario, non che rimanesse lucido.

La ragazza prese posto alla sua sinistra, le mani di Susuke tremarono e sbiancò.
‘Sarà meglio chiamare un medico’ pensò Ninhosuke scherzando (ma non troppo).
“Con quello sforzo di volontà di arista marziale, anche se non le praticava come altri della sua famiglia, anche se avesse voluto. Si calmò ad un livello gestibile.
“Scusa hai una matita,? gli chiese lei.
Con movimento preciso e velocem, ma d’automa, lui ne estrasse una poggiandola sul di lei banco,
(o meglio schiantandocela) pensando che così l’imbarazzo sarebbe durato meno.
“O dei” disse un altro amico di susuke vedendolo.

***

In un’altra classe Senma Saotome era seduto al suo posto durante l’appello.
“Hiruke Hibiki è assente già il primo giorno".

“Scusi professore” disse dalla finestra un ragazzo accovacciato sul davanzale capelli castani ed occhi verdi, ombrello rosso dietro la schiena.

‘Doveva essere un arista marziale’ pensò incuriosito Senma.

“La prossima volta passi dalla porta” replicò sorpreso il professore.
Hiruke saltò dentro l’aula, e trovò un posto libero dal lato sempre delle finestre.

Mancavano pochi attimi al pranzo, tutti fissi sull’orologio, poi la campanella, un marea si riversò nei corridoi verso il punto vendita, non si guardava in faccia a nessuno, una ressa spietata.

“Ultimo panino alla salsiccia” si sentì.

Hiruke si lanciò con la sua agilità, ma sentì qualcuno arrampicarsi su di lui, poi davanti a lui vide atterrare Senma con il panino il mano.
Rimase scioccato.
‘Nooo, nooo’ rimbombava nella sua mente ‘ La storia non può ripetersi ancora’
Con le mani sule guance, bocca e occhi spalancati iniziò ad urlare
“Non può, non può” correndo via come un pazzo.

“Scusa, stavo cercando di guardare meglio cos’era rimasto , tieni non volevo…”
Fu interrotto dal “Non può, non può” dell’altro, rimase a fissarlo mentre scappava.
‘Che tipo’ pensò.

***

Susuke era ancora immerso nei suoi pensieri, stava per fare per la quarta volta la stessa domanda al professore quando si accorse che non c’era più.

“E’ la pausa pranzo stupido” sentì dire.

Ripresosi iniziò a frugare nella cartella.
Yumi stava mangiando ascoltando le sue nuove miche,
“Allora com’è tuo fratello, veramente forte e bello come dicono?” chiesero.

“Come sorella non sono brava a giudicare queste cose” rispose gentilmente, avrebbe voluto dire che era un IMMATURO,INCOSCIENTE ed INFANTILE, ma si trattenne.

“Hai visto il preside?”
“Ma tanto ci penserà suo fratello a difenderla”disse un’altra.

“A proposito a quale club ti iscriverai?”

“Di sicuro uno sportivo, arti marziali” disse Yumi
Rimasero stupite poi dissero che era normale era una Saotome
Fece qualche domanda anche sullo strano personaggio Susuke.
“Sarebbe anche carino, ma con il suo difetto…”diceva una.

“Quale difetto? chiese Yumi.

“E’ un disattento cronico, semplice” rispose l’altra.
In quel momento un ragazzo, del primo anno pensò Yumi, con un ombrello rosso sulla schiena entrò e con un sorriso si diresse verso Susuke.
“Ehi fratellone”.

“Ma tu chi…” lo colpì un pugno.

“Sei tu Hiruke”, sistema collaudato pensò l’altro.

“Allora com’è andata?”

“Non bene” rispose “…quel Saotome è seccante”

A questo Yumi si fece attenta, cos’avrà combinato pensò.
“Saotome… Saotome… persino io da quanto ne parli me lo ricordo, anche papà ha d…”
Susuke addentò il panino ancora incartato, se lo era dimenticato come al solito
“Ora basta” Hiruke si alzò, dallo sguardo sembrava guardare chissà quale orizzonte.
“Lancerò la mia sfida” si diresse verso l’uscita.
Dovunque passava tutti lo fissavano per la sua determinazione,si formò un seguito di curiosi
Erano passati cinque minuti, “Sfida… sfida… quale sfida?” Esordì Susuke nella classe ormai vuota.
***

Anche Senma aveva trovato degli amici, e stava mangiando una mela in loro compagnia.
“Sai tutto quello che tuo padre sapeva alla tua età?”

“Non proprio” rispose.

“E chissà quali strane avventure avrai avuto?”.

“In realtà…” saltò giusto in tempo per evitare un ombrello aperto lanciato verso di lui, come un boomerang tornò in mano di Hiruke
'Il ragazzo di prima' pensò Senma.

“Siamo tornati ai tempi d’oro del Furinkan” disse un professore osservando la scena, dal suo ufficio.
“Un preside folle, uno psicopatico capoclasse, un Saotome e combattimenti in orario scolastico, che nostalgia”
“Ma una volta il capoclasse non era così viscido” replicò un altro.

“Lo so che hai dovuto pagare 2500 yen per quelle foto in un locale equivoco".
“Meglio tu, 3000 yen perchè ti vesti da donna”

Scoppiò una zuffa
“Che nostalgia” continuò senza pensare alla zuffa dietro di lui.
“Non sono più segreti da un po’, avete buttato i vostri soldi” intervenne un altro.


“Cosa vuoi…”

“Lo vedrai” rispose Hiruke

Si avventò cercando di colpirlo con l’ombrello, Senma lo evitò diverse volte, e cogliendo un'occasione riuscì a lanciare l’ombrello lontano.
Ma Hiruke lo colpì a mano aperta, facendoli un taglio sulla divisa, Senma lo spinse via, allontanandosi di qualche metro, ma Hiruke ripartì puntando un calcio verso Senma che lo schivò colpendolo con un calciò sul fianco facendolo andare lontano ma Hibiki cadde in piedi.
Si girò verso Senma sorridendo, “Dovresti aver capito chi sono”
“Uno in gamba”

“Non intendevo quello”

“Non ti ho mai visto”

“Non ti dice niente quell’ombrello?

“E’ molto pesante”.

Stava per avere uno di suoi attacchi emotivi, quasi le lacrime agli occhi .
Puntò un dito contro Senma “Stai scherzando, ti avranno raccontato qualcosa”.

“Non so proprio niente”
Non era possibile, tutto quello ch avevo immaginato, si sentì sprofondare negli abissi.
Con la testa tra le mani corse via
Che Figuraccia!
Tutti rimasero un po’ sconcertati, suonò la campanella e tutti rientrarono, mentre Senma rientrava incrociò la sorella
“Cosa hai fatto a quel ragazzo” fece lei con tono di rimprovero.

“l’Ho visto solo oggi, non ho fatto nulla” sbuffò” pensavano subito che era colpa sua, non la sopportava quando faceva così.

'Era proprio un pazzo furioso quello', ma in gamba pensò.
Sul tetto della scuola Hiruke stava ancora rimuginando, ogni volta che decideva qualcosa andava diversamente da come l’aveva immaginato e perdeva il controllo, tropo emotivo, riassumeva il problema degli Hibiki.
La storia si stava davvero ripetendo. Ma allora la sua vita era già segnata, non avrebbe mai battuto Saotome. Ma non ho perso, pensò un attimo prima che cadesse nella depressione.
Si alzò piedi ‘Si, Saotome stai attento’.
Il vento o investi scompigliandogli i capelli in una posa eroica, lo sguardo fiero e deciso. ‘La stella Hibiki eclisserà la stella Saotome’
Un sacchetto di plastica lo centrò in faccia.


Yumi si distolse un attimo lo sguardo dalla lavagna in quel momento guardò verso Susuke, lo sguardo distratto come al solito, lui almeno non l’aveva riempito di domande.
Oggi si trasferivano nella nuova casa che avevano preso con suo padre ed Hiruke, prendere il treno tutte le mattine come l’anno passato era triste aveva qualche amico ma si sentiva solo, forse colpa del suo difetto.
Suonò la fine della lezione.
Questa volta se ne era accoro, ma Ninhosuke era uscito prima, sperava di non distrarsi lungo la strada.
Yumi era all’ingreso quando scorse Susuke.
Sono venuto qui, ma per andare dove pensava, si certo a casa.

“Qualche problema? chiese Yumi gentilmente.

Susuke arrossì “g..grazie, m..ma ho risolto” farfugliò.
“Allora ci vediamo domani, ciao Susuke”.

Sentirle pronunciare il suo nome lo mandò in tilt.
Camminava senza metà pensando a quella ragazza così gentile con lui


"Ranma dove sei. in palestra?"
“Eccomi” disse uscendo.

“C’è tuo padre”

“Che bella sorpresa” disse seccato.

“Ciao figliolo “Disse Genma al tavolo del soggiorno.

“Che succede, sei scappato da Mamma?”.

“Non devo avere un motivo per fare visita a mio figlio".

“Mio padre oggi non è ancora passato” disse Akane. Soun viveva insieme a Kasumi e il Dr Tofu, riconoscendo di averli già complicato abbastanza la vita quando Ranma e Akane erano fidanzati.

"Dopotutto Nodoka mi verrà a cercare qui per prima cosa, farò una visita al Dr Tofu per la schiena"

"La salute prima di tutto" disse Rama ironico.

“Sono tornata" disse Yumi entrando nel cortile.

“Com’è andata col preside?" chiese Akane preoccupata. Non sapeva come Kuno avrebbe reagito sapendo che sua figlia era al Furinkan.
“Diciamo bene”.

“Altrimenti” disse Ranma “…lo sistemo io”.

“Senma piuttosto…"

“Attenzione!” si sentì dalla strada

Si affacciarono e videro uomo in bicicletta, fermo davanti ad un ragazzo seduto per terra, col ginocchio dolorante, visto che se lo massaggiava.
“Susuke disse Yumi.
“Lo conosci” chiese Akane

“E’ un compagno di classe”

“Non è niente" rispose lui

“Almeno un cerotto” disse Akane.
Entrato nel dojo Susuke si tirò su la gamba del pantalone, al ginocchio e ci mise il cerotto
Scusate per il disturbo,Ranma lo guardava incuriosito, gli ricordava qualcosa o qualcuno.
“Sapete stavo pensando a cosa dovevo fare e non ho visto la bicicletta”.
Tutti lo guardarono perplessi.
“Lo so che sei molto distratto, lo dicevano a scuola” disse Yumi.
“Eh già”Susuke evitava di guardare Yumi negli occhi, essendo già rosso in viso.
Genma parlò a bassa voce a Ranma, “Se il primo ragazzo che porta a casa non è un artista marziale, ma un imbranato dovresti preoccuparti p il futuro della scuola d’arti marziali indiscriminate Tendo-Saotome…
Ranma gli diede una gomitata “E’ solo un compagno” ripose sempre a bassa voce.
Yumi aveva sentito comunque, tanto c’era il suo caro Senma, pensò Yumi irritata.
Tanto ho un promemoria continuò Susuke, posando un foglio scritto a mano sul tavolo.
“Mmm…” lo scrutò pensoso “Ecco dovevo tornare a casa” disse con un illuminazione.

Gli altri stavano qui per cadere dallo sconcerto.

“Può succedere di scordarsene" sorrise Ranma imbarazzato.

Akane lo squadrò “Ranma!”.

“Che c’è?”

“Allora a domani Hibiki”disse Yumi accompagnando Susuke all’uscita.
“Cosa!” urlarono tre voci.

“Ragazzo" fece Genma
“RAGAZZO!" Ripete con un megafono visto che Susuke se ne stava andando come niente fosse.

“Si?”

“Come si chiama tuo padre?” chiese Akane.

“Dove diavolo sono? Esclamò un voce dal giardino.

“Papà” disse Susuke.

Tutti corsero a vedere, un buco nel muretto, ed una faccia spaesata.
“Ryoga!” disse Ranma

“Ranma!”

I ricordi si riversarono come un fiume impetuoso, belli e brutti ma soprattutto...
“P-chan” esclamò Ranma, ricevette come risposta pugno in piena faccia.

“Dopo tanti anni mi dici solo questo!”

 
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akane93
view post Posted on 7/12/2008, 23:03




Wow complimenti è molto carino!!
Voglio il continuo, anke xke è come avevo pensato io un ipotetico continuo di Ranma!!!
Ti prego continua!!!!!!!!!!!!!!!!!!
 
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l-orsi
view post Posted on 10/12/2008, 12:38




Riunione inaspettata.

Furoshi decise di aspettare ancora un po’, tanto non aveva altri soldi, dopo quell’Onomiyaki non avrebbe potuto più mangiare prima di chissà quando.
Fece un giro sconsolato per le strade di Nerima, da adolescente ad adulto senza speranze, due mesi erano passati. Come rimpiangeva quando si lamentava dei suoi“problemi” di sedicenne la scuola, le ragazze …
Ripassò davanti al ristorante ‘Da Ucchan’, questa volta entrò, nel locale c’erano altri 8 clienti, al bancone c’era la proprietaria, una donna della sua stesa età apparente, forse poco più grande, lunghi capelli bruni, come i suoi occhi, una tenuta blu, da lavoro pensò.
Gli sorrise gentilmente, cos che lo fece sussultare un attimo, fece il subordine e si preparò ad aspettare, uno dei clienti disse “Ci vediamo Ukyo” dirigendosi verso l’uscita seguito d’altri due.

“A presto” rispose lei, dopo qualche minuto gli porse l’Okonomiyaki “Eccolo”.

Dall’aspetto sembrava ottimo, non ne aveva pochi così nonostante la famiglia si vantasse dei uno dei migliori ristoranti del Giappone, appena assaggiato il primo boccone, rimase come fulminato dalla sua bontà, tutta la sua famiglia non avrebbe potuto legare le scarpe a questa artista pensò compiaciuto. Rimase ad assaporare quel gusto celestiale che gli fece dimenticare i suoi guai, l’allontanando dalla sua depressione.
Un paio d’ore dopo era ancora lì, avrebbe dovuto andare ma andare dove, in quel momento non c’erano altre persone nel locale.
Ukyo si stava chiedendo come mai quel cliente fosse ancora lì senza avere mangiato altro, lo vide alzarsi po’ traballante, si accorse che aveva gli occhi lucidi.

“Si sente bene?”

A quella domanda, che gli suonò premurosa stava quasi per piangere, lui era solo un ragazzo dopotutto, poi notò un cartello dietro il bancone ‘Cercasi cameriere’.
Lui amava le arti marziali e si comportava in modo così miserabile, si diede uno sguardo deciso e si voltò, Ukyo rimase sorpresa dal cambiamento d'umore improvviso..

“Signora io sarei disponibile per lavorare qui”.
Rimase interdetta senza saper cosa dire.

“Ho già lavorato in un ristorante”.

Da quando Konatsu se ne era andato anni fa non aveva mai tenuto un aiutante per molto, valeva la pena provare, sembrava essersi risollevato all’idea di lavorare lì.
Poi quell’uomo si inchinò “La prego, posso iniziare da oggi, sempre disponibile tanto non ho niente neanche un posto dove andare”.
Imbarazzata Ukyo rispose “Va bene, non serve inchinarsi”.
“G..grazie, grazie, inizio subito”
Lei lo guardò un attimo poi disse “Ho una stanza libera, però ci sarebbero da dividere le spese della casa”.
Quasi con le lacrime agli occhi “Ancora e ancora grazie”.




Hiruke arrivato a casa, a due piani con un piccolo giardino, salì in camera sua a leggere un manga, invece di studiare, ma lui voleva diventare un esperto di arti marziali, questo era il suo scopo e non pensava molto alla sua istruzione, bastava non bocciare.
Come ovvio non aveva trovato ne suo padre ne Susuke.
Sentì un trambusto, “Dov’è la cucina” esclamò una voce.
“Papà segui la striscia gialla sul pavimento”
“Grazie figliolo” sentì dopo un po’, sentendolo così forte e chiaro Hiruke si voltò
“Questa è camera mia Papà”.
Ryoga era sulla porta.
“Visto che ci sono”
“Com’è andata?” chiese prendendo una sedia.
“Insomma”
“Ti sei fatto degli amici?”
Non voleva far rimanere male il padre, che era preoccupato che si sentisse solo come lo era stato lui da giovane. E come sembrava succedere a Susuke, che aveva ereditato una sorta di mutazione del difetto paterno.
“Si”.
“Bene” sorrise Ryoga “A proposito, dov’è Susuke?”
‘Non ci aveva pensato, accidenti’ pensò Hiruke
“Vengo anch’io a cercarlo di Ryoga.
“Sei sicuro?” chiese Hiruke dubbioso.
Davanti ad altri avrebbe picchiato chiunque avesse fatto notare il disorientamento paterno.
“Però segui me, Papà” disse Hiruke.
Correndo sui tetti però Hiruke fu distratto dai sui pensieri riguardo la mattina passata, strinse il manico dell’ombrello, scacciò il pensiero.
‘Papà’ pensò, si girò ma era toppo tardi, l’aveva perso.

“Ehi” disse Ranma disse massaggiandosi la faccia.
“Stavo ricordando i vecchi tempi”.

“Potevi pensare ad’altro” replicò Ryoga.

“Per esempio al tuo miglior avversario”.

‘Non montarti la testa maiale’ stava per dire ma si fermò, non era carino dirlo davanti a suo figlio.
“Forse più che altro al mio migliore amico” disse Ranma sorridendo.

Ed entrambi si abbracciarono.
Da quanto tempo…” disse Ranma.

“Già” fece Ryoga commosso.

In quel momento una figura saltò nel giardino.
Un ragazzo con un ombrello rosso.
“Scusate se mio padre ha rovinato il vostro giardino” si scusò Hiruke.

Si accorse che tutti lo fissavano, poi vide anche Susuke e si sorprese.
Una signora gentilmente gli rispose “Non importa”.

“Figliolo, questa è il Ranma di cui ti ho sempre parlato” disse Ryoga indicando l’amico vicino a lui.
Hiruke lo guadò sorpreso.

“Questi allora sono i tuoi figli, Ryoga?” chiese Akane.

Ryoga arrossì ed abbracciando i figli rispose ridendo “Già sono i miei ragazzi”.
“Ci stai soffocando” esclamarono i fratelli Hibiki.

Tutti scoppiarono a ridere.
Qualche minuto dopo erano tutti riuniti nel soggiorno.
“Allora hai un figlio ed una figlia” disse Ryoga.

“Tutti e due i tuoi figli praticano le arti marziali?” Chiese Ranma.
“Susuke no” ripose Ryoga.

Susuke si accorse (un’attenzione inusuale lo seguiva quel giorno) gli sguardi incuriositi di Yumi per Hiruke, un po’ si sentì ferito, era normale anche lei praticava le arti marziali pensò.
Yumi pensava a come mai l’amico di papà non sapesse dello scontro tra Hiruke e Senma, fece per intervenire ma arrivò Akane con un vassoio di biscotti.

“Vado a trovare Soun” disse Genma alzandosi, Ranma stava per scoppiare a ridere.

“Non fate complimenti” disse Akane sorridendo.

Hiruke e Susuke fecero per accettare ma Ryoga li fermò.
“Prima si dice grazie” disse nervosamente “…per punizione non li assaggerete”.

“Non li ha fatti Akane, tranquillo” disse Ranma divertito.

Sentì un aura minacciosa provenire da Akane e si fece serio. Ormai non usava più la violenza di un tempo ma anche così lo inquietava un po’
Anche ad Hiruke vennero i brividi.
“Sono tornato” disse Senma, arrivato in soggiorno fu sorpreso nel vedere quegli sconosciuti.
Poi incrociò lo sguardo di Hiruke. ‘Ancora lui’ pensò.
Dal loro sguardo Yumi capì che quei due non avrebbero detto nulla del loro incontro quella mattina.
Se quello era il loro codice d’onore, non erano affari suoi. ‘I maschi’ pensò sconsolata.
Una volta che i ragazzi furono presentati, a Gema s’illuminò il volto.
“Che ne dite di un confronto tra la scuola Tendo-Saotome e quella degli Hibiki”
“Interessante” dissero Ryoga e Ranma.
“A noi sta bene” risposero Sema e Hiruke.
‘Come sempre nessuno mi considera’ rifletteva Yumi, lei era molto più brava di Senma,ma lui veniva considerato l’erede. Solo perché era una ragazza, ne era sicura.
Forse se avesse steso Senma lì davanti a tutti avrebbero cambiato idea pensò arrabbiata.
Tutti si spostarono in palestra, Senma ed Hiruke in piedi al centro, da un parte gli spettatori.
In ordine Genma, Ranma, Akane, Yumi, Susuke e Ryoga.

“Basta non mettiate in mezzo la vostra vecchia rivalità, avete capito Ranma, Ryoga” disse Akane.

“Si si” risposero i due.

“Via!” disse Genma.

Per primo si lanciò Hiruke,prima solo con i calci, pi i pugni.
Per un po’ si limitò ad evitarli spostandosi senza parare i colpi.
Non può limitarti solo ad evitare i copi” gli gridò Hiruke.
“Hai ragione” rispose Senma “Tecnica delle castagne!”
Iniziò a tempestarlo di pugni velocissimi, Hiruke iniziò ad indietreggiare fu colpito due volte.
Poi riuscì a smettere ‘indietreggiare parlando tutti i colpi, ad certo punto tirò un calcio verso Senma, che per lo evitarlo dovette saltare all’indietro.
‘Ha sconfitto la tecnica delle castagne!’ pensarono Genma e Ranma.
Hiruke poggiando una mano sul pavimentò fece capriole lanciandosi verso Senma, ma questi gli sparì dalla vista e si sentì afferrare alle spalle sen potersi liberare poi fu scaraventato via, riuscì però a frenare la caduta.
Si rialzò u po’ traballante, un tremolio sulle labbra.
Akane ebbe lo sgradevole ricordo di quando Ranma e Ryoga da giovani gli davano l’impressione di fare troppo sul serio nei loro combattimenti.
Come una furia si lanciò contro Senma, meno concentrare di prima, infatti Senma parò i colpi molto più facilmente.
Susuke stava mangiando ancora uno di quei biscotti, guadò Yumi ma distolse subito lo sguardo per paura di essere notato, quell’attimo gli andò di traverso il biscotto.

Cominciò a tossire, “Tutto bene?” chiese Yumi, Susuke annuì con la testa.

“A volte si distrae e dimentica di masticare” Disse Ryoga semplicemente.

Per Susuke fu come essere trafitto da una fredda lama
‘Davanti a tutti, a lei soprattutto’ pensò angosciato, l’inverno eterno si era posato sul suo cuore.

Riuscì a riprendersi ed esclamò “Cosa dici papà!”

Ryoga rimase sorpreso dal tono alterato, era la prima che si rivolgeva a lui così.
Si alzò in piedi e senza guardare in faccia nessuno corse via, tutti rimasero interdetti tranne i due contendenti.
“ Moko Takabisha”si sentì dire, Hiruke evitò il debole colpo d’energia esploso dalle mani di Senma ma rimase seduto a terra stupito dalla tecnica.

Ryoga però pensava ad altro, “Hiruke vai a cercare tuo fratello”.

“O.. Ok” disse Hiruke di cattivo umore ed uscì seguendo Susuke.


“Che padre stupido, io dovrei sapere come ci sente invece…” diceva Ryoga, tenendosi la testa tra le mani, sembrava che stesse per scoppiare in un pianto alla Soun.

“Non essere troppo duro con te stesso” disse Akane mettendogli una mano sulle spalle.

“Sapessi cosa ho dovuto subire da Ranma” intervenne Genma.

“Tu te le meritavi” replicò Ranma.

“Figlio ingrato, quando succederà a te ne riparleremo”.

“Io non sono come te”.

‘Davvero?’ pensò Yumi, ancora stizzita per non essere stata scelta per confrontarsi con Hiruke.
“Ora basta, non si parlava di voi!” disse Akane.

“Ryoga quando Susuke tornerà vi chiarirete, capito?”

“H.. Hai ragione Akane” dise Ryoga riprendendosi.

“A proposito ed Akari?” chiese Ranma.
Ryoga sembrò innervosirsi “Doveva sbrigare delle faccende alla fattoria, dopotutto da lì dipendiamo economicamente, siamo venuti qui per una scuola migliore per i ragazzi”


Susuke non sapeva dove andare.
Delle auto quasi lo centrarono.
“Attento”
Al parco un pallone gli sfiorò la testa.
“Guarda dove vai”.
Da una casa in costruzione caddero dei mattoni a un passo da lui.
Arrivato in un piazza si sedette su una panchina sospirando.
‘Idiota di un genitore’pensò, ma si pentì subito, non era da lui, sembrava la battuta di un altro personaggio.
Ma non si sentiva meglio, lei in cuor suo mi avrà riso in faccia si diceva. Pensò a quegli occhi azzurri, perchè riuscivano a destarlo dalla sua perenne distrazione? Almeno prima non si sarebbe mi sentito sprofondare di vergogna.
“Susuke” era la voce di suo fratello.

“Sei tu” disse stancamente.

“Scappando hai aumentato l’imbarazzo”.

Susuke sospirò ancora più mestamente.
‘Forse non avrei dovuto dirlo’ pensò Hiruke.

“Insomma! Volevo dire che se avessi sempre fatto capire che quei commenti ti infastidivano papà non avrebbe detto quella cosa”. Disse Hiruke puntandogli l’ombrello contro “Dovresti avere un po’ più d’orgoglio!” concluse.

‘Ha ragione’ pensò Susuke, fino ad allora la sua apatia dovuta alla disattenzione non gli aveva mai dato simili problemi, ma ora forse avrebbe dovuto svegliarsi un po’.

Si alzò con l’umore risollevato “Grazie fratellino”.

“Nonostante l’età dovresti chiamarmi fratellone, visto che sei tu ad imparare da me” disse semiserio.

“Allora torni con me?”
Susuke annuì.

Intanto al Dojo si rammentavano i vecchi tempi.
“Anche quella volta se non fosse stato per me non avresti potuto sviluppare l’Hiryu Shoten Ha”

“Si, ma dopo averti fatto arrabbiare io”

“Già sempre pronto a sfruttare la mia sensibilità”

Senma si stava chiedendo come mai non gli avesse mai parlato di questo Ryoga, dopo tutte le loro avventure insieme, lo stesso pensava Yumi.
“Papà”
Tutti si voltarono verso Hiruke , che era sulla porta, seguito da Susuke, che imbarazzato disse “Chiedo scusa per prima a tutti”

“Sono io che devo chiedere scusa” disse Ryoga alzandosi in piedi.

Padre e figlio si guardarono poi scoppiarono a ridere grattandosi la testa per mandar via l’imbarazzo, così decisero di fare la pace.

“Beh ora andiamo, tanto penso ci vedremo spesso da ora in poi”

“Ci vediamo” disse Ranma.

“Inoltre i ragazzi si vedranno a scuola” aggiunse Akane.

Iniziò a piovere, Ranma sbiancò pensando a come avrebbero evitato che Akane scoprisse chi era
P-chan, dopo tanti anni sarebbe stato un crudele scherzo del destino, ma fu sollevato nel vedere Hiruke aprire l’ombrello ed avvicinarsi al padre per ripararlo dalla pioggia serale.
I tre Hibiki uscirono in strada diretti casa.
Ryoga stava pensando che era stato fortunato, si era dimenticato che Akane non aveva mai saputo la verità su P-chan.
“Sono proprio una bella famiglia” disse Akane stringendosi a Ranma “Sei contento che sia tornato?”.
“Beh, un tempo mi sarebbe sembrato impossibile ma è vero, sono contento” disse Ranma sorridendo.


I primi capitoli fanno partire lentamente la storia, lo so.

Dite pure cosa ne pensate.

Edited by l-orsi - 10/12/2008, 22:45
 
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akane93
view post Posted on 11/12/2008, 19:34




Complimenti anke qst capitolo mi piace molto!!
Anke se l'unika cosa ke ti consiglio è di staccare meglio gli eventi, alle volte nn si capisce bene!!!
Cmq voglio il seguitoooooooooooo^^
 
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l-orsi
view post Posted on 13/12/2008, 22:22







La signora del kendo.

Senma era pronto per scendere a fare colazione quando sentì bussare alla porta
“Avanti” rispose
Yumi entrò.
“Che cosa hai in mente” gli chiese lei.

“Che vuoi dire?” fece lui.

“Perchè l’altro giorno non hai detto del tuo scontro con Hiruke”

“Uff. Non faccio la spia. E poi mamma e papà non ci lascerebbero mai agire liberamente come fecero loro da giovani. Come diventeremo veri artisti marziali senza sfide?”

“ Poi sono cose da uomini, non da femminucce”.

‘Oh no’ pensò, ripensandoci non era stata una buona idea, l’ultima frase, a giudicare dal volto oscurato della sorella.

Subito dopo fu atterrato da un martello uscito dal nulla.

“Avete litigato ancora?” chiese Akane, osservando il segno impresso sul volto di Senma.

“Una cosa da niente” rispose Senma ancora dolorante.

Qualche minuto dopo era davanti al portone, in fondo al cortile, che dava sulla via, stava aspettando la sorella. Ormai era diventato lo “start” della loro gara per arrivare a scuola.

“Pronta “disse Yumi raggiungendo il fratello.

“1.. 2..” iniziò Senma “…3!”.

I due fratelli scattarono lungo la strada per il Furinkan .

***

Furoshi si era svegliato presto. Senza sentirne il peso però, voleva dimostrare alla signora Ukyo di meritare quel posto più di altri.
Ukyo si stava preparando ad aprire il locale, era da tanto che non aveva un ospite, si era ormai abituata ad essere sola. Aveva provato ad avere una storia con Konatsu, ma non era riuscito a cambiare, così non avevano potuto aveva una storia seria, ma erano rimasti amici ed anche se non era rimasto lì a volte veniva a trovarla.
In quei due giorni Furoshi si era dimostrato bravo, sembrava davvero essere abituato a quell’ambiente di lavoro. Lui le risparmiava tutto il tempo esterno alla preparazione degli Okonomiyaki , prendeva
le ordinazioni e serviva i clienti.
In quel momento non c’era nessuno.

“Potrei chiederle una cosa signora Ukyo” fece Furoshi.

“Chiamami pure signorina” disse lei sorridendo.
.
“Scusi ha ragione” si affrettò Furoshi arrossendo.

“Il fatto è che ho capito, da quello che ha detto a volte il figlio del suo amico Ranma, che lei conosce le arti marziali.

“Si ma legate alla cucina”

“ Meglio ancora, vorrei che me li insegnasse, già le pratico un po’, però la prego…”
Si inchinò come quando l’aveva incontrata.


“Ora basta inchinarsi, dopotutto abbiamo quasi la stesa età” disse Ukyo.

“Eh già” rispose lui. Avrebbe voluto sprofondare per il senso di colpa di comportarsi come un impostore.

“Eh va bene, se ci tieni”.

***

Hiruke scese a fare colazione, e vide una scena usuale per lui.
Susuke con in mano la sua ciotola e le bacchette “Dovevo fare qualcosa, ma non so cosa”.

“Finire di mangiare forse?”rispose Ryoga.

“Esatto, grazie papà”.

Finita la sua porzione, Hiruke si alzò dicendo “Io vado”

“Per sicurezza accompagna anche tuo fratello a scuola” lo fermò Ryoga.

“Va bene”.

“Allora non mi ero sbagliato questa volta, era giorno di scuola” disse Susuke soddisfatto “Perchè allora sei così impaziente stamani Hiruke?”

“Sbrigati!” disse esasperato e preso per un braccio lo portò via a gran velocità.
Molto più avanti scorse Senma e Yumi in corsa.
‘Ma guarda Saotome non riesce a superare una ragazza’ pensò beffardo Hiruke.

Si accostò a Senma e gli disse “Sei deboluccio oggi”.

“Tanto solo un Saotome può battere un Saotome, caro Hibiki”

“Guarda un ufo!” fece Hiruke.

E ne approfittò per superare Senma e raggiungere la sorella.
Ma presto si accorse che non era così facile.
‘Com’è possibile? Non riesco neanche ad affiancarla’ pensò sbalordito.
Solo in quel momento Susuke riportò un po’ d’attenzione, e si accorse che il fratello lo stava trascinando, correndo molto velocemente.

“Hiruke ma…” si bloccò dopo aver diretto lo sguardo nello stesso punto di quello del fratello.
Yumi era bellissima mentre correva pensò. Sentì un crampo allo stomaco, poi la gola si seccò.
Proprio un attimo prima di oltrepassare il cancello, Senma raggiunse Hiruke.
Entrambi avevano il fiatone e si sentivano umiliati da una ragazza, poi Hiruke si rivolse al fratello

“Tra 5 minuti è ora di entrare in classe”.

Annuendo Susuke entrò nell’istituto, sembrava strano in viso si disse il fratello.

“Ehi voi!”

Entrambi si voltarono e videro sull’ingresso uno studente dell’ultimo anno “Siete voi due quelli che vi siete sfidati l’altro giorno?”

“Si” fece Senma.

“Quindi tu sei Senma Saotome” disse l’altro scrivendo su un registro.

“Ma non ero solo, perché me?”.

“Infatti tutta la classe pagherà per colpa tua, rimarrete tutti, tutti i giorni a fare le pulizie per tutto il mese, niente turni”.

“Cosa!” in coro dissero gli studenti.

“Non ho iniziato io. Poi queste regole non esistono, non ho mai saputo di punizioni collettive” replicò Senma.

“Essendo nuovi non lo sapete me le regole le faccio io, presidente del comitato studentesco, autorizzato dal preside a far rispettare la disciplina all’istituto superiore Furinkan.

“Dovrai costringermi, con più delle parole” disse Senma dirigendosi tranquillamente verso quel tizio, gli strappò il registro dalle mani facendo volare via.

“Bene allora…” disse quello ed emise un fischio. Apparve un folto gruppo di altri studenti.

“Questi sono i migliori atleti della scuola, in cambio loro non faranno le pulizie per tutto l’anno. E’ quello che tutti gli studenti vorrebbero. Non poter farcela contro la loro avida ambizione” ed emise una risatina, che voleva colpire il suo pubblico.

“Che terribile impero del male controlli” disse ironico Senma.

“Avanti!” disse l’altro.

E quei tipi si lanciarono contro Senma che con solo la gamba sinistra cominciò a mandarli al tappeto senza sforzo, uno dopo l’altro.

“Visto che è anche colpa tua non potresti alleggerirmi il lavoro?” si rivolse Senma ad Hiruke.

“Feh…” fece Hiruke.

Allora un po’ irritato Senma evitò per una volta un assalitore in modo che finisse contro Hiruke che dovette colpirlo in testa col suo ombrello.
Poi con un movimento circolare del braccio che impugnava l’ombrello stese l’ultimo gruppetto di avversari rimasti.

“Visto, non ti è costato niente” concluse Senma.

“A proposito” fece girandosi verso l’ingresso, ma Koachi Suzura era già scappato.
‘Poteva usare ancora Idori Masatsuru, si certo’ pensava mentre fuggiva.

“Meno male che sei in classe con noi Saotome”

“Già con te non ci dobbiamo preoccupare delle prepotenze di quello svitato”

Hiruke irritato si avviò verso la classe da solo.

***

Per la classe di Susuke era l’ora di educazione fisica, il nuoto precisamente.
Solitamente era esonerato, gli insegnanti temevano che potesse dimenticarsi di trattenere il respiro e annegare, cose di cui “il ragazzo delle nuvole” era capacissimo.
Ma questa volta decise di provare, Yumi ormai lo conosceva, e sapeva che suo padre era un esperto di arti marziali, non voleva passare come un incapace completo.

“Sei sicuro? Chiese Ninhosuke preoccupato.

“Ho detto di si”.

Poi Yumi era sempre riuscita ad destare la sua attenzione, quindi se si concentrava su di lei poteva farcela, poi pensando che era arrivato il suo turno si tuffò.
“Eccoci ha sbagliato vasca, quela delle ragazze" disse Ninhosuke scuotendo la testa.

“E sta annegando”.
Concentrandosi su una cosa Susuke aveva dimenticato tutto il resto, come trattenere il respiro.
Una delle ragazze, nonostante l’imbarazzo, lo ripescò.

Si raccolse un piccolo gruppo, “Forse avrà bisogno della respirazione bocca a bocca”.

“Come maschio mi rifiuto di farlo “ disse un ragazzo.

“Lo farò io” disse Yumi avvicinandosi.

“No! Se si svegliasse proprio in quel momento si che ci rimarrebbe secco davvero vedendo una ragazza così da vicino”.

“Lo farà lei” disse Ninhosuke tirando per braccio una compagna.

“Perché io non lo sono, una ragazza?”

“Si, ma sei la meno carina della classe” rispose tranquillamente l’altro.

Gli fu impresso un bel timbro a cinque dita in viso.

“Ormai è tardi” disse qualcuno.

Yumi stava già facendo la respirazione.

“Ormai ce lo siamo giocato”

“Povero Susuke…”

“Ma che povero, per una ragazza del genere anche io rischierei subito la vita”.

“Già” dissero in coro i ragazzi.

“Pervertiti” rilanciarono le ragazze.

Risvegliatosi Susuke vide il volto di Ninhosuke “Dovresti ringraziarlo, se non fosse stato per la sua respirazione bocca a bocca ora…” disse indicando un altro ragazzo.

“Io?” fece questo confuso.

Susuke s’irrigidì cercando di trattenersi ma poi corse via come un fulmine alla ricerca di un bagno per vomitare.

“Questo non gli è sfuggito”

“Ci credo”.

***

Nel cortile sul retro del negozio “da Ucchan, Ukyo e Furoshi erano ad una certa distanza l’uno di fronte all’altro. Intorno a loro diverse piccole spatole conficcate nel terreno.
Entrambi con il fiatone.
Furoshi era cosparso di pasta da cucina.
Ukyo aveva in mano la sua spatola gigante mentre stava ridendo.

“Sei così buffo”

“Speravo di no” rispose lui un po’ offeso.

“A parte questo, impari in fretta, cose che io ho imparato quando ero molto più giovane”.
Forse perché aveva metà degli anni che dimostrava, mai riflessi non erano più come qualche mese fa, ormai Furoshi l’aveva capito da quando era invecchiato o “cresciuto” magicamente in un giorno di due mesi prima.

“Sai anch’io, ma da giovane, ho lasciato mio padre…” iniziò Ukyo in vena di confidenze “…crescendo da sola, per un inutile vendetta, anche l’attività l’ho iniziata da sola”.

“Invece io sono stato cacciato, Come La PECORA NERA della FAMIGLIA!” si sfogò Furoshi facendosi prendere dalla rabbia.

“Calma, calma” fece Ukyo.

“Scusi, signora Ukyo” disse imbarazzato Furoshi, sentendosi come rimproverato.
Ricevette una spatolata in testa.

“Basta scusarsi di continuo, poi chiamami signorina semmai e dammi del tu” gli intimò Ukyo.

“Scus… volevo dire d’accordo” si corresse in tempo.

Lei sorrise “Sei davvero così terribile in cucina come dici?” gli domandò poi.

“Sarebbe meglio non sperimentarlo” ripose lui.

Doveva smetterla di commiserarsi ed incominciare a comportarsi come l’adulto che appariva si disse Furoshi.
‘No! ho perso il mio anime preferito” pensò d’improvviso nonostante il proposito dell’istante precedente.

***


Suonata l’ora della pausa pranzo, Hiruke stava per frugare nelle sue tasche, cercando qualche spicciolo per il pranzo quando:
“Hiruke?” alzò il volto e vide una ragazza dai capelli neri raccolti a coda e occhi verdi, ma soprattutto un involucro che porgeva verso di lui.

“Io.. io…” fece dopo essersi guardato attorno, ma chi altro si chiamava Hiruke.

“Divertente” disse lei sorridendo senza sarcasmo.

Pensava davvero che la sua era una battuta?

“C..cosa c’è?” chiese timidamente.

“Vedi…” iniziò lei arrossendo un po’ “mi chiedevo se accetteresti questo per il pranzo, l’ho preparato io”.

“Tu.. Tu.. perché…”

“So come ti senti, non riconoscono il tuo valore perchè tutti vanno matti per qualcun altro popolarissimo…”

Hiruke rimase stupito, come faceva a conoscere così bene cosa provava, non l’aveva neanche notata in questi tre giorni. Si sentì in colpa, una ragazza così sensibile e gentile e l’aveva completamente ignorata.
“G.. grazie…” mentre stava per afferrare quello che gli stava porgendo, gli tremavano le mani così vicine alle sue, afferrato quasi lo stritolò dal nervosismo, ma lei non se ne accorse.

“Sai mi sono sempre piaciuti gli eterni secondi” continuò lei.

Hiruke rimase di sasso non sapeva se sentirsi offeso o lusingato.

“Quelli sempre osannati mi sono stanno antipatici, sai”.

Così sembrava più accettabile pensò.

Si accorse che lei continuava a fissarlo “Voglio vedere se ti piace” disse lei.

“Oh” teneva il pranzo nacsosto dietro la schiena per non farle notare come era stato ridotto dalla sua presa.
“Ma quello cos’è?” mentì Hiruke girandosi verso la finestra, subito si fiondò in corridoio scappando via.

Arrivato nel cortile della scuola iniziò a rallentare.
Quella situazione non gli piaceva per niente, la prima ragazza che lo avvicinava interessata, lo era perché era un perdente o meglio perchè per un soffio non riusciva mai spodestare il vincente. Come aveva fatto quella ragazza , non le aveva chiesto neanche il suo nome, ad inquadrarlo di già, dopotutto non si era ancora seriamente scontrato con Senma, interrotto due volte.
Possibile che la promessa ch si era fatto fosse fatalmente irrealizzabile? la sua mente tornò a quando era bambino.

Ryoga stava allenandosi in uno spazio verde sullo sfondo quella che sembrava una fattoria, stava correndo con un bambino di circa 5 anni sulle spalle.

“Vedi forse l’ho raccontato male, così sembra un elenco di sfortune e sconfitte da parte di Ranma…” stava dicendo Ryoga.
“…insomma nonostante tutto la nostra era anche un amicizia, particolare forse, capisci…”.

Il bambino era rimasto però alla parte del racconto, quel tipo era stato davvero cattivo con il suo papà, ma da grande ci avrebbe pensato lui a sistemarlo pensava.

Una donna si affacciò dalla fattoria chiamando “Il pranzo è pronto”.

“Arriviamo” disse Ryoga sbagliando direzione come al solito.

“No, di qua” fece Akari.

“Scusa, sai stavo spiegando ad Hiruke il valore dell’amicizia”.


Non aveva ancora iniziato e già disperava, ora basta tentennamenti.
Finito il pranzo, doveva ringraziare la ragazza e chiedere il suo nome, Hiruke fece per tornare in classe quando notò una folla attorno alla palestra, si avvicinò anche lui e chiese “Che succede?”

“Saotome è stato sfidato dal capitano della squadra di kendo, è davvero forte, il Furinkan ha vinto tutti i tornei di kendo tra le scuole della zona di Tokio”.
Si fece largo tra gli studenti ed arrivò davanti per vedere al centro della grande palestra Saotome vicino ad uno studente in divisa da kendo, aveva anche la maschera protettiva che veniva indossata negli incontri di kendo.

“Allora mostra il tuo volto” stava dicendo Senma.

“Sei sicuro?” Sentendo la sua voce, anche se camuffata dalla maschera gli venne un dubbio, confermato quando lei si scoprì il volto, assolutamente femminile, gli occhi color nocciola, capelli castani che si sciolse, rivelando lunghi capelli ch scendevano fin oltre le spalle.

Senma scosse la teta “Non sono il tipo da combattere con delle ragazze”.

Lo sguardo di lei si fece gelido “Lo sapevo. Prima lanci simili dichiarazioni e poi ti ritiri? gli mostro un foglio spiegazzato.

“Certe cose vanno lasciate agli uomini, potrei dimostrartelo in qualsiasi momento… firmato Senma Saotome”

“Solo un uomo, sarebbe così immaturo da farlo recapitare lanciandolo come un aeroplanino di carta.

Tra la folla nacque una diatriba tra ragazzi e ragazze se era vera o non era vera quella affermazione.

“Senti io…” iniziò Senma, si fermò titubante ma continuò “ io non li so fare quindi non l’ho mandato io”.

“Sentito, Saotome non sa fare gli aeroplanini di carta” disse qualcuno.

Senma si volse verso la folla “Non è questo il punto, e poi non è un cosa così importante”.

“Basta con queste sciocchezze!” con uno scatto fulmineo Masatsuru lanciò un colpo di punta della sua spada di legno.

Senma lo schivò appena in tempo, era stato colto di sorpresa dalla sua velocità.
Lei continuò con una raffica di altri colpi come quello, Senma li evitò tutti ma fu colpito una volta alla mano destra.
Koachi Suzura sorrise tra la folla, anch a lui quella battuta sugli uomini immaturi, essendo lui l’autore del messaggio. Non la sopportava quella strega acida.
Doveva combattere seriamente con lei si disse Senma, ma non se la sentiva di colpire una ragazza, forse era ridicolo in quel momento ma la pensava così.
Una figura si lanciò tra i due, era Hiruke rivolto con il viso verso di lei e Senma dietro le spalle.

“Eh tu chi sei? Chiese lei curiosa ed irritata allo stesso tempo.

“Io.. Io” balbettò, solo quando lei gli aveva parlato si era ricordato che era una ragazza, ed anche molto bella.

“Insomma io devo battere per primo Saotome, anche se il fatto che stava per perdere con una donna darà meno valore alla mia vittoria”.

“Ehi” fece Senma.

Idori strinse infuriata la sua spada, “MI STATE INSULTANDO PER CASO?!” gridò, con un colpo di taglio aggredì entrambi, che fecero un balzo all’indietro.

“Non ho mai visto una ragazza urlare in quel modo, è terrificante” disse Hiruke.

“Non conosci la mia famiglia”.

“Aspetta” disse una voce.

Tutti e tre si voltarono verso Yumi, era stata lei a parlare, avvicinatasi verso di loro.

“Invece di perdere tempo con quei due stupidi che hanno paura delle donne e la spacciano per galanteria…”.

“Io avrei paura?” fece Senma risentito.

Hiruke non disse niente, dopotutto la sua era molto simile ad una fobia per le ragazze.

“…perché invece non facciamo una sfida tra noi due?”

“Non ti ho mai visto prima” disse Idori.

“Sono Yumi Saotome, purtroppo i fratelli non si scelgono” disse sospirando.

“Cosa!” fece di nuovo risentito Senma.

“Hai ragione, accetto, non dobbiamo spettare sempre gli uomini per dimostrare il nostro valore”

“Andiamo all’aperto però” entrambe si diressero all’esterno.

Idori lanciò ai due ragazzi uno sguardo di sufficienza.

“Un incontro tra sole donne, non voglio perderlo”.

“E’ una novità per me”

Anche la folla le seguì.
Lasciando soli e stupefatti Senma, Hiruke e Suzura, lui cadde in ginocchio “Il mio piano è fallito, Idori doveva battere Senma ed ora? Forse dovrei andare a vederle combattere sarebbe stato divertente, tornò a fantasticare su come sarebbe stato vedere due belle ragazze lottare tra di loro, con sorrisino sulle labbra.

“Allora sei stato tu a inviare il biglietto a quella “ sentì alle spalle.

Si voltò e vide Senma e Hiruke vicino a lui, due facce alquanto irritate.

“Oh, non fraintendete…” iniziò per essere subito fatto volare via da due calci sincronizzati.

“NON IMMISCHIARTI PIU’!”gridarono all’unisono, pensando che lanciando in orbita quel viscido avrebbero alleviato la frustrazione che provavano per essere stati ignorati da tutti.
Attorno ad un campo sportivo della scuola si era formato un pubblico per il match che stava per iniziare.
Al centro, una di fronte all’altra, si trovavano Yumi Saotome ed Idori Masatsuru.
Bene fece Idori, Saotome è una leggenda, vediamo cosa c’è di vero ‘la sua avversaria era molto sicura’ pensò.
Fulminea si lanciò su Yumi, provò con colpo di taglio, Yumi lo evitò spostandosi di lato.
Idori fece un gesto rotatorio verso sinistra per cercare di anticipare la mossa dell’avversaria, mancandola comunque.
Attaccò di nuovo con un fendente dall’alto verso il basso, Yumi lo evitò portandosi veloce alle spalle di Idori, questa ruotò su stesa lanciando un altro fendente per intercettare l’avversaria.
Questa volta ci era andata più vicino pensò Yumi.
E’ in gamba, e probabilmente conosceva anche le altre arti marziali, sembrava danzare quando si muoveva. Una danza ma certo, se avesse usato quella tecnica, per vincere non ne avrebbe avuto bisogno ma sarebbe stata notata definitivamente da tuti, compreso dal padre.
Senma si accorse dello schema che sua sorella stava disegnando con i suoi movimenti, una tecnica che lui non era riuscito ancora ad eseguire.
Il suo spirito combattivo d’Idori era animato dall’orgoglio più che rabbia od odio, quindi l’impatto le avrebbe fatto meno male.
Quando ormai Idori era al centro della spirale che aveva disegnato Yumi scagliò un pugno verso l’alto.
“Hiryu-Shoten-Ha!” si generò un vortice che investì Idori trascinandola via.
Più ardeva lo spirito combattivo dell’avversario più forte era il vortice generato dallo scontro con lo spirito freddo e lucido di chi formava la spirale con i propri passi. In questo consisteva la tecnica.
Per un attimo ci fu un silenzio assoluto poi esplose una valanga di commenti sbigottiti, molti corsero da Yumi a riempirla di elogi e domande.
Idori stava per ricadere a terra, ma finì tra le braccia di un altro componente della squadra di Kendo.

“L’ho presa Capitano” disse il ragazzo.

Oh oh” fece lui vedendo lo sguardo omicida di lei. Un attimo dopo era a terra incosciente.
'Che tecnica incredibile. Dovrò rivedere il mo allenamento' pensò Idori.

‘No! Sfigurato davanti a tutti, a tutta la scuola’. Già sapeva che Yumi era più forte di lui, ma ora tutti lo sapevano. O almeno così la vedeva lui.

“Saotome” lo richiamò una voce, era Hiruke.

“Non ho più interesse in te. Io volevo battere tutto quello che era Ranma Saotome, ma non sei tu quello che ci si avvicina”.

“Ah si?" sorrise beffardo Senma. “Che onore ci sarebbe nel picchiare un ragazza, e poi ti ho già detto che solo un Saotome può battere un Saotome”.

Ripensandoci si disse Hiruke era vero, non tanto per galanteria ma se le ragazze lo mandavano fuori controllo come avrebbe fatto a combattere lucidamente contro Yumi. Oh no!Oh no!Oh no! Così non sconfiggerò mai il mito di Ranma Saotome!
‘Perde fiducia facilmente’ pensò Senma osservando il volto disperato di Hiruke.

“Senma?” si voltarono, era la ragazza di prima pensò Hiruke. Quella che gli aveva offerto il pranzo.

“Volevo dirti che ti capisco, essere superato da qualcun altro e nessuno che ti consideri…” iniziò lei.

“Eh?” fece Senma.

“Aspetta, aspetta, non vorrai essere gentile con lui?!” intervenne Hiruke.

“Di cosa parli” replicò Senma

Aspetta un attimo. Era forse invidioso di non essere il perdente del momento. Voleva continuare ad esserlo lui? La mente di Hiruke tornò ad incepparsi.


Continua…

 
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akane93
view post Posted on 14/12/2008, 18:57




Wow ke bello!!!!
Molto divertente!! Però è strano vedere il mitico Hiryu-Shoten-Ha sparato da una donna! Peccato ke nn c'era Ranma a guardare!!
Ti prego continuaaaaa!!!!^^
 
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Kagome-chan960
view post Posted on 4/9/2009, 09:54




concordo!!! continualaaaaaaaaaa!
 
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6 replies since 7/12/2008, 17:29   173 views
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