| Per chi aspetta il continuo di Legame Antico(altra mia fanfiction) questa settimana ci sarà.
Ranma ½ La confusione continua...
Al Furinkan.
L’orologio del’istituto Furinkan rifletteva la luce del sole d’Aprile, l’atmosfera tranquilla(parole grosse per Nerima) stava per essere interrotta come ogni anno. Quest’anno più degli altri forse.
“Ehi Saotome?”
Un ragazzo capelli e occhi neri si volto verso un gruppetto di ragazzi che lo stava raggiungendo, come lui avevano tutti divise delle superiori, cartelle alla mano.
“Quest’anno non ci vedremo tutti a scuola”.
“Ma potremo sempre ritrovarci nel tempo libero” ripose tranquillo.
Si accorse però che il gruppo si era fermato ad occhi sgranati, fissando una ragazza anche lei in divisa studentesca, capelli lunghi neri fino alle spalle ed occhi azzurri, che camminava più avanti.
“Ma quella è tua sorella Yumi, sta facendo la tua stessa strada!”
“Ha fatto di tutto per farsi spostare al Furinkan, anche a rischio di rovinarsi il curriculum” sbuffò infastidito.
Era sempre la stessa storia, un sacco di ragazzi le correvano dietro, quello che lo infastidiva, era che essendo la sorella maggiore la madre lo faceva sorvegliare da lei perché non prendesse i difetti di suo padre da giovane, inoltre era molto più brava di lui nelle arti marziali, anche se era il preferito di suo padre, forse perché non era bravo con le ragazze come diceva, anche se era sua figlia. Ora erano nella stessa scuola pergiunta. Le scocciava essere fissata dai ragazzi, ma quella mattina era di buon umore, suo padre era stato contento sapendo che andando al Furinkan suo fratello avrebbe infastidito il preside Kuno Takewaki, che come il padre, ma a modo suo, non era amato dagli studenti. Lei si era offesa perché proprio per lo stesso motivo l’aveva proibito a lei. Sempre quel “rispetto” verso le donne che a lei suonava maschilista, anche nelle arti marziali preferiva il fratello, anche se lei era molto più brava. Ma oggi aveva ottenuto ciò che voleva. Sorriddendo lei iniziò a correre dando il via ad una dell’ennesime sfide tra i due fratelli.
***
Il sole del mattino scaldava il cielo di Nerima, facendo riflettere tra le strade il rosso di un ombrello orientale, posto sulle spalle di un altro studente delle superiori. Finalmente sarebbe andato a scuola nella famosa Nerima , quante volte l’aveva immaginata seguendo i racconti di suo padre, ma soprattutto avrebbe incontrato il “famigerato” Saotome, così la pensava, anche se la morale di quei racconti diceva il padre non era solo sulla rivalità. ‘Aspettami e stai attento Senma Saotome’ pensò spavaldo, “Scusa, anche tu vai al Furinkan” trasalì sentendo una voce femminile, si girò verso una ragazza imbarazzato.
“Ch.. chi..io… p..pens… so dii si…” farfugliò giocherellando che le dite.
“Ah” rispose lei stupefatta per la reazione, e proseguì considerandolo uno strano tipo.
‘Aspetta’ voleva dirle Hiruke ma gli si seccò la gola.
***
Di buon mattino Kuno si stava allenando nel giardino della sua immensa casa, appena finito si rivolse verso la statua a grandezza naturale della sua amata, la ragazza col codino, almeno lei era rimasta(nelle sue fantasie) dopo che Akane gli era stata strappata dalla quella scimmia di Ranma Saotome. Invece la dea col codino non riusciva a incontrarla da anni, aveva saputo solo di qualche avvistamento. “Anche questo era in tuo onore, di sicuro la tua bellezza sarà maturata rispetto a quando era un frutto acerbo nel giardino della fanciullezza, che nostalgia, sigh”.
Pensò di andare a rinfrescarsi non prima di essere sicuro che il monumento alla sua amata fosse al sicuro da sua sorella, che aveva già attentato contro le copie precedenti. Era appena entrato in casa che udì un rombo dal giardino, corse fuori e vide la statua legata ad un elicottero mentre volava via.
“NOOOO! Non puoi farmi questo, sorella degenere la pagherai!” urlò disperato in ginocchio. La sorella lo guardava da una finestra.
“Caro fratello, non posso lasciare che ti strugga nei ricordi mentre io so per certo che Ranma vive con quell’arpia di Akane” e se ne andò con una delle sue risate folli.
***
Un uomo in bicicletta guadava gli studenti che affollavano la strada con invidia, iniziavano proprio oggi le scuole. Rimase un attimo a fissare le ragazze in divisa, qualcuna lo notò. “Avete visto quello, sembra un vecchio pervertito”
Meglio andarsen, girò la bici, ma si trovò davanti un poliziotto.
“Cercava qualcosa?”
“No, certo che no” rise grattandosi la testa.
”Meglio così”.
Ogni volta succedeva così, lui era intrappolato in un corpo da trentenne, altrimenti sarebbe andato a scuola, forse insieme a delle ragazze come quelle, tutta colpa di quell’imbroglione di venditore ambulante… Strinse il manubrio così duramente col solo risultato di farsi male. "Ho 16 anni! Dannazione!”urlò.
“L’importante è crederci” disse un signore che passava di lì.
Cacciato, senza casa e lavoro, dopotutto solo lui aveva già pagato quell’errore culinario, a lui poi interessavano le arti marziali , al diavolo le tradizioni familiari. Sentì il brontolio dello stomaco, guardò il portafoglio, qualche spicciolo, forse bastano per un Okonomiyaki, vedendone un ristorante ‘Da Ucchan’.
***
Koachi Suzura, avanzava sicuro verso il Furinkan, studente dell’ultimo anno e presidente del comitato studentesco, pensava ai nuovi di quell’anno, nuovi da plasmare e governare, pensò anche con nostalgia che era il suo ultimo anno. Aveva sempre vinto le elezioni senza risparmiarsi ogni mezzo per eliminare l’avversario, l’unico in grado di poter guidare quelle pecore pensava. Grazie alla megalomania del preside aveva esteso il suo potere, aveva superato in astuzia la leggendaria Nabiki Tendo pensava(in realtà molti la rimpiangevano, considerando lui uno psicopatico) e difatti emise una risata sconnessa. Senma e Yumi arrivarono in orario. ‘Mi ha battuto anche questa volta in velocità’ pensò Senma frustrato. Quando Yumi stava per raggiunge l’ingresso nel cortile apparvero in parata i membri della squadra di Kendo in divisa, si disposero teatralmente, in due file inginocchiati su una gamba, tutti rimasero stupiti, poi tra di loro si fece avanti il preside Kuno Takewaki con un’atmosfera poetica intorno a lui e fare aristocratico.
“Figlia di Akane Tendo” esordì “ti do il benvenuto all’istituto superiore Furinkan, che ancora un volta sarà illuminato da una stella senza pari, la tua”. Yumi rimastra pietrificata dallo stupore, poi Kuno lanciò uno sguardo gelido a Senma “Ma tu figlio di Ranma Saotome, non provare a creare disordini o subirai severe punizioni”.
‘Perché Yumi non era figlia di Ranma Saotome’ pensò allibito .Senma . Detto ciò sparì come era venuto, intanto si era raccolta un follanumerosa intorno a Senma. “Sei figlio di Ranma Saortome?!” fu chiesto da mlti
“Beh… si” Si levò un gran mormorio. Da lontano un ragazzo con l’ombrello rosso osservava la scena.
“Subito la fama, ma questa volta la storia non si ripeterà, caro Saotome
Stava per lanciare il suo ombrello per saggiare le capacità di saotome ma si accorse che erano tutti entrati. Gli occhi lucidi per la delusione, un pugno verso il cielo, “Anch’io esisto crudeli divinità” urlò disperato.
***
Un ragazzo capelli ed occhi castano chiari dormiva sereno sul banco, senza la giacca della divisa. “Ehi Susuke”la voce lo fece svegliare di soprassalto.
Guardo l’amico e la classe, i ragazzi ancora in parte i piedi. “Sono finite le lezioni Nhinosuke? chiese.
“Sono iniziate stupido” rispose l’altro, "...siamo entrati da dieci minuti, hai continuato a studiare tutta la notte lo stesso capitolo di storia, matematica o altro o semplicemente ti sei dimenticato di andare a letto ieri?…” scosse la testa. Aveva un livello di attenzione sotto lo zero, disattenzione che lo portava a dimenticare di tutto, speso dimenticava anche di mangiare se non lo avvisavano. Poteva stare ore a ristudiare le stesse pagine a volte, o non tornare a casa ritrovandosi la mattina sempre a scuola Era da l’anno scorso che studiava a Nerima venendo da fuori. Ormai lo conoscevano tutti per quella caratteristica, il ragazzo delle nuvole. Iniziava il secondo anno chissà se sarebbe riuscito ad ottenere il diploma.
“Ragazzi devo presentarvi un nuovo alunno trasferitosi da un’altra scuola “ annunciò il professore. “ Il mio nome è Yumi Saotome” disse la ragazza. Il silenziò piombò sulla classe, tutti colpiti dalla sua bellezza, viso dolce ma deciso, corpo atletico, perfino Susuke Hibiki rimase veramente attento per la prima volta dopo molto tpo Tutti gli Hibiki non erano indifferenti alle ragazze, anzi perdevano la testa, avendola già persa per Susuke l’effetto era contrario, non che rimanesse lucido.
La ragazza prese posto alla sua sinistra, le mani di Susuke tremarono e sbiancò. ‘Sarà meglio chiamare un medico’ pensò Ninhosuke scherzando (ma non troppo). “Con quello sforzo di volontà di arista marziale, anche se non le praticava come altri della sua famiglia, anche se avesse voluto. Si calmò ad un livello gestibile. “Scusa hai una matita,? gli chiese lei. Con movimento preciso e velocem, ma d’automa, lui ne estrasse una poggiandola sul di lei banco, (o meglio schiantandocela) pensando che così l’imbarazzo sarebbe durato meno. “O dei” disse un altro amico di susuke vedendolo.
***
In un’altra classe Senma Saotome era seduto al suo posto durante l’appello. “Hiruke Hibiki è assente già il primo giorno".
“Scusi professore” disse dalla finestra un ragazzo accovacciato sul davanzale capelli castani ed occhi verdi, ombrello rosso dietro la schiena.
‘Doveva essere un arista marziale’ pensò incuriosito Senma.
“La prossima volta passi dalla porta” replicò sorpreso il professore. Hiruke saltò dentro l’aula, e trovò un posto libero dal lato sempre delle finestre.
Mancavano pochi attimi al pranzo, tutti fissi sull’orologio, poi la campanella, un marea si riversò nei corridoi verso il punto vendita, non si guardava in faccia a nessuno, una ressa spietata.
“Ultimo panino alla salsiccia” si sentì.
Hiruke si lanciò con la sua agilità, ma sentì qualcuno arrampicarsi su di lui, poi davanti a lui vide atterrare Senma con il panino il mano. Rimase scioccato. ‘Nooo, nooo’ rimbombava nella sua mente ‘ La storia non può ripetersi ancora’ Con le mani sule guance, bocca e occhi spalancati iniziò ad urlare “Non può, non può” correndo via come un pazzo.
“Scusa, stavo cercando di guardare meglio cos’era rimasto , tieni non volevo…” Fu interrotto dal “Non può, non può” dell’altro, rimase a fissarlo mentre scappava. ‘Che tipo’ pensò.
***
Susuke era ancora immerso nei suoi pensieri, stava per fare per la quarta volta la stessa domanda al professore quando si accorse che non c’era più.
“E’ la pausa pranzo stupido” sentì dire.
Ripresosi iniziò a frugare nella cartella. Yumi stava mangiando ascoltando le sue nuove miche, “Allora com’è tuo fratello, veramente forte e bello come dicono?” chiesero.
“Come sorella non sono brava a giudicare queste cose” rispose gentilmente, avrebbe voluto dire che era un IMMATURO,INCOSCIENTE ed INFANTILE, ma si trattenne.
“Hai visto il preside?” “Ma tanto ci penserà suo fratello a difenderla”disse un’altra.
“A proposito a quale club ti iscriverai?”
“Di sicuro uno sportivo, arti marziali” disse Yumi Rimasero stupite poi dissero che era normale era una Saotome Fece qualche domanda anche sullo strano personaggio Susuke. “Sarebbe anche carino, ma con il suo difetto…”diceva una.
“Quale difetto? chiese Yumi.
“E’ un disattento cronico, semplice” rispose l’altra. In quel momento un ragazzo, del primo anno pensò Yumi, con un ombrello rosso sulla schiena entrò e con un sorriso si diresse verso Susuke. “Ehi fratellone”.
“Ma tu chi…” lo colpì un pugno.
“Sei tu Hiruke”, sistema collaudato pensò l’altro.
“Allora com’è andata?”
“Non bene” rispose “…quel Saotome è seccante”
A questo Yumi si fece attenta, cos’avrà combinato pensò. “Saotome… Saotome… persino io da quanto ne parli me lo ricordo, anche papà ha d…” Susuke addentò il panino ancora incartato, se lo era dimenticato come al solito “Ora basta” Hiruke si alzò, dallo sguardo sembrava guardare chissà quale orizzonte. “Lancerò la mia sfida” si diresse verso l’uscita. Dovunque passava tutti lo fissavano per la sua determinazione,si formò un seguito di curiosi Erano passati cinque minuti, “Sfida… sfida… quale sfida?” Esordì Susuke nella classe ormai vuota. ***
Anche Senma aveva trovato degli amici, e stava mangiando una mela in loro compagnia. “Sai tutto quello che tuo padre sapeva alla tua età?”
“Non proprio” rispose.
“E chissà quali strane avventure avrai avuto?”.
“In realtà…” saltò giusto in tempo per evitare un ombrello aperto lanciato verso di lui, come un boomerang tornò in mano di Hiruke 'Il ragazzo di prima' pensò Senma.
“Siamo tornati ai tempi d’oro del Furinkan” disse un professore osservando la scena, dal suo ufficio. “Un preside folle, uno psicopatico capoclasse, un Saotome e combattimenti in orario scolastico, che nostalgia” “Ma una volta il capoclasse non era così viscido” replicò un altro.
“Lo so che hai dovuto pagare 2500 yen per quelle foto in un locale equivoco". “Meglio tu, 3000 yen perchè ti vesti da donna”
Scoppiò una zuffa “Che nostalgia” continuò senza pensare alla zuffa dietro di lui. “Non sono più segreti da un po’, avete buttato i vostri soldi” intervenne un altro.
“Cosa vuoi…”
“Lo vedrai” rispose Hiruke
Si avventò cercando di colpirlo con l’ombrello, Senma lo evitò diverse volte, e cogliendo un'occasione riuscì a lanciare l’ombrello lontano. Ma Hiruke lo colpì a mano aperta, facendoli un taglio sulla divisa, Senma lo spinse via, allontanandosi di qualche metro, ma Hiruke ripartì puntando un calcio verso Senma che lo schivò colpendolo con un calciò sul fianco facendolo andare lontano ma Hibiki cadde in piedi. Si girò verso Senma sorridendo, “Dovresti aver capito chi sono” “Uno in gamba”
“Non intendevo quello”
“Non ti ho mai visto”
“Non ti dice niente quell’ombrello?
“E’ molto pesante”.
Stava per avere uno di suoi attacchi emotivi, quasi le lacrime agli occhi . Puntò un dito contro Senma “Stai scherzando, ti avranno raccontato qualcosa”.
“Non so proprio niente” Non era possibile, tutto quello ch avevo immaginato, si sentì sprofondare negli abissi. Con la testa tra le mani corse via Che Figuraccia! Tutti rimasero un po’ sconcertati, suonò la campanella e tutti rientrarono, mentre Senma rientrava incrociò la sorella “Cosa hai fatto a quel ragazzo” fece lei con tono di rimprovero.
“l’Ho visto solo oggi, non ho fatto nulla” sbuffò” pensavano subito che era colpa sua, non la sopportava quando faceva così.
'Era proprio un pazzo furioso quello', ma in gamba pensò. Sul tetto della scuola Hiruke stava ancora rimuginando, ogni volta che decideva qualcosa andava diversamente da come l’aveva immaginato e perdeva il controllo, tropo emotivo, riassumeva il problema degli Hibiki. La storia si stava davvero ripetendo. Ma allora la sua vita era già segnata, non avrebbe mai battuto Saotome. Ma non ho perso, pensò un attimo prima che cadesse nella depressione. Si alzò piedi ‘Si, Saotome stai attento’. Il vento o investi scompigliandogli i capelli in una posa eroica, lo sguardo fiero e deciso. ‘La stella Hibiki eclisserà la stella Saotome’ Un sacchetto di plastica lo centrò in faccia.
Yumi si distolse un attimo lo sguardo dalla lavagna in quel momento guardò verso Susuke, lo sguardo distratto come al solito, lui almeno non l’aveva riempito di domande. Oggi si trasferivano nella nuova casa che avevano preso con suo padre ed Hiruke, prendere il treno tutte le mattine come l’anno passato era triste aveva qualche amico ma si sentiva solo, forse colpa del suo difetto. Suonò la fine della lezione. Questa volta se ne era accoro, ma Ninhosuke era uscito prima, sperava di non distrarsi lungo la strada. Yumi era all’ingreso quando scorse Susuke. Sono venuto qui, ma per andare dove pensava, si certo a casa.
“Qualche problema? chiese Yumi gentilmente.
Susuke arrossì “g..grazie, m..ma ho risolto” farfugliò. “Allora ci vediamo domani, ciao Susuke”.
Sentirle pronunciare il suo nome lo mandò in tilt. Camminava senza metà pensando a quella ragazza così gentile con lui
"Ranma dove sei. in palestra?" “Eccomi” disse uscendo.
“C’è tuo padre”
“Che bella sorpresa” disse seccato.
“Ciao figliolo “Disse Genma al tavolo del soggiorno.
“Che succede, sei scappato da Mamma?”.
“Non devo avere un motivo per fare visita a mio figlio".
“Mio padre oggi non è ancora passato” disse Akane. Soun viveva insieme a Kasumi e il Dr Tofu, riconoscendo di averli già complicato abbastanza la vita quando Ranma e Akane erano fidanzati.
"Dopotutto Nodoka mi verrà a cercare qui per prima cosa, farò una visita al Dr Tofu per la schiena"
"La salute prima di tutto" disse Rama ironico.
“Sono tornata" disse Yumi entrando nel cortile.
“Com’è andata col preside?" chiese Akane preoccupata. Non sapeva come Kuno avrebbe reagito sapendo che sua figlia era al Furinkan. “Diciamo bene”.
“Altrimenti” disse Ranma “…lo sistemo io”.
“Senma piuttosto…"
“Attenzione!” si sentì dalla strada
Si affacciarono e videro uomo in bicicletta, fermo davanti ad un ragazzo seduto per terra, col ginocchio dolorante, visto che se lo massaggiava. “Susuke disse Yumi. “Lo conosci” chiese Akane
“E’ un compagno di classe”
“Non è niente" rispose lui
“Almeno un cerotto” disse Akane. Entrato nel dojo Susuke si tirò su la gamba del pantalone, al ginocchio e ci mise il cerotto Scusate per il disturbo,Ranma lo guardava incuriosito, gli ricordava qualcosa o qualcuno. “Sapete stavo pensando a cosa dovevo fare e non ho visto la bicicletta”. Tutti lo guardarono perplessi. “Lo so che sei molto distratto, lo dicevano a scuola” disse Yumi. “Eh già”Susuke evitava di guardare Yumi negli occhi, essendo già rosso in viso. Genma parlò a bassa voce a Ranma, “Se il primo ragazzo che porta a casa non è un artista marziale, ma un imbranato dovresti preoccuparti p il futuro della scuola d’arti marziali indiscriminate Tendo-Saotome… Ranma gli diede una gomitata “E’ solo un compagno” ripose sempre a bassa voce. Yumi aveva sentito comunque, tanto c’era il suo caro Senma, pensò Yumi irritata. Tanto ho un promemoria continuò Susuke, posando un foglio scritto a mano sul tavolo. “Mmm…” lo scrutò pensoso “Ecco dovevo tornare a casa” disse con un illuminazione.
Gli altri stavano qui per cadere dallo sconcerto.
“Può succedere di scordarsene" sorrise Ranma imbarazzato.
Akane lo squadrò “Ranma!”.
“Che c’è?”
“Allora a domani Hibiki”disse Yumi accompagnando Susuke all’uscita. “Cosa!” urlarono tre voci.
“Ragazzo" fece Genma “RAGAZZO!" Ripete con un megafono visto che Susuke se ne stava andando come niente fosse.
“Si?”
“Come si chiama tuo padre?” chiese Akane.
“Dove diavolo sono? Esclamò un voce dal giardino.
“Papà” disse Susuke.
Tutti corsero a vedere, un buco nel muretto, ed una faccia spaesata. “Ryoga!” disse Ranma
“Ranma!”
I ricordi si riversarono come un fiume impetuoso, belli e brutti ma soprattutto... “P-chan” esclamò Ranma, ricevette come risposta pugno in piena faccia.
“Dopo tanti anni mi dici solo questo!”
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