UNDER LOVE, LxLight

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Mary~
view post Posted on 31/8/2009, 17:33




Titolo: Under Love
Ispirato al manga/anime: Death Note
Personaggi: LxLight
Rating: Rosso.
Genere: Romantico, Erotico
Note: One shot, Yaoi, Lemon, What If

Il rumore dei passi era sempre più ritmato, ormai i piedi correvano con frenesia, non c'era tempo né intenzione di fermarsi.
Light Yagami fingeva di non avvertire la milza dolorante; continuava a gettare occhiate ansiose all'orologio. Mancava un solo minuto, e il treno sarebbe partito. A malapena udiva i passi dietro di lui, aveva fatto giusto in tempo a notare che si trattava di un ragazzo con una borsa apparentemente pesante, indossava jeans sdruciti, una felpa nera con cappuccio. Era di fretta, come lui. Light non poteva affatto perdere quel treno.
Quello stesso pomeriggio si sarebbe dovuto laureare. Si era per sbaglio addormentato sul divano, e quando si era svegliato aveva con orrore constatato il suo ritardo.
Il treno era ancora lì, per pochi istanti. Sentì un lamento dietro di lui, l'altro ragazzo era inciampato in un'imperfezione del suolo. Strinse i denti, anche lui doveva salire sul treno.
Trenta secondi.
Compì un balzo incredibile e atterrò sul treno. Le porte erano in procinto di chiudersi.
Il ragazzo riacquistò l'equilibrio, corse. Mancava pochissimo. Dieci secondi. Le porte quasi serrate.
Light lo afferrò per un braccio e lo tirò, entrambi quasi crollavano a terra.

Le luci si spensero, il treno cominciava a muoversi.
"Idiota..." Il ragazzo era incollato allo sconosciuto. Sentiva il suo respiro, il proprio fiatone.
"Non potevo perderlo..."
Light non rispose. Le mani dell'altro erano ancorate alla sua giacca. Profumava. Un odore intenso e dolce.
Il giovane allentò la presa e lo guardò negli occhi. Luccicavano, pur nel buio. Si liberò della borsa a tracolla. Avevano ancora il respiro grosso, dopo aver tanto corso, i cuori pompavano impazziti.
Light vide che era un po' più basso di lui, e non riusciva a staccare gli occhi dal suo sguardo profondo, penetrante. Deglutì. Si accostò al suo viso e lo baciò.
Cosa diavolo era stato? L'esalazione di un respiro, due iridi buie. Light si ritrovò a divorare le labbra di un perfetto estraneo, e fu ancora più stupito nell'avvertire che l'altro lo ricambiava. Non aspettò a infilare la lingua tra i suoi denti, cercando l'umido muscolo del giovane, le quali mani si persero tra i suoi capelli chiari e lisci. Trovò le porte, le scostò, entrarono nel vagone uniti, continuando a baciarsi, con fatica si stesero sulle poltroncine verdi.
"Io...io mi chiamo Light" mormorò sorridendo, mai si sarebbe sognato un avvenimento simile.
"Light...?" Sembrava molto concentrato mentre gli succhiava la guancia. "Sì...si scrive come luna ma si pronuncia come luce..." Cominciò ad accarezzarlo in basso, vicino alla sua erezione.
"Lawliet. Chiamami Lawliet" Light sorrise di nuovo. Lawliet estrasse la sua camicia fuori dai pantaloni con uno strattone, presto Light si ritrovò a torso nudo, le mani dello sconosciuto viaggiavano sul suo petto. Lawliet non la smetteva di sospirare, lo mangiava con gli occhi; ormai la passione era palpabile, si sgretolava sui due giovani amanti che erano sul punto di consumare qualcosa di speciale, nato in così pochi istanti, dopo uno sguardo; e già stavano conoscendo le reciproche sfaccettature, i muscoli, gli ansimi, le carezze. Gli tolse la felpa, gli baciò il collo, il torace, i capezzoli; Lawliet gemette e inarcò la schiena, strinse le mani sulle sue scapole, si godeva le sensazioni che la lingua vibrante di Light tracciava sulla sua pelle levigata.
I respiri si confondevano, le labbra continuavano ad unirsi, lambirsi, stuzzicarsi.
"Cazzo..." mormorò Light estasiato, il corpo di Lawliet ondeggiava piano sotto di lui, la sua bocca golosa lo gustava e gli trasmetteva un calore sensuale, bollente. "Chi cazzo sei tu..." stava delirando, gli sembrava di navigare nel più dolce dei sogni.
"Sono Lawliet, Light-kun..." ridacchiò l'altro, mordicchiandogli la pelle ambrata del collo. Altri fruscii, i pantaloni caddero e le gambe si avvinghiarono nude, calde, tremanti. Le labbra roventi, i baci si strusciavano, le lingue non cessavano di assaporarsi. I finestrini si appannarono, i gemiti erano sempre più vigorosi, l'aria si scaldava e il sudore rendeva tutto più assurdo, opaco, dannatamente insolito. Lawliet incrociò le gambe attorno alla vita di Light, lo baciò sul collo, e catturò di nuovo le sue labbra come ne sentisse nostalgia.
I sospiri di Light crescevano, tremava, si sentiva felice, gli sembrava tutta un'illusione, ma le mani calde e la pelle morbida di Lawliet erano veri, erano per lui. Entrambi erano pronti, fremevano dal desiderio, chiusero gli occhi, volevano di più, in quel momento esistevano solo loro due.
Il treno si arrestò. "E' la mia fermata" rantolò Lawliet. Light sogghignò e lo guardò in viso.
"La tua unica fermata è dentro di me" disse fissandolo negli occhi.
Lawliet ricambiò l'occhiata, e con aria di sfida si spinse in lui, per poi sorridere nel sentire il suo grido vanamente soffocato. Light aprì la bocca e gli si mozzò il fiato, il dolore e il piacere creavano un insieme inspiegabile, acuto come uno spillo, presto diventò una droga per lui, e iniziò a muoversi senza smettere di gemere. Lawliet lo attirò a sé, leccò le sue labbra, intrecciò la lingua con la sua, era dolce come una caramella, delicato e al tempo stesso feroce mentre lo penetrava senza tregua.
"Cazzo..." imprecò Light nuovamente, sotto il sorrisino soddisfatto dell'altro.
I volti colmi di sudore, Light stringeva la stoffa del divanetto mentre Lawliet lo riempiva, si gonfiava in lui, lo bagnava e lo macchiava col suo seme bruciante, e la sua bocca rossa non stava ferma un istante, lo torturava. Lawliet posò le mani sulle sue natiche, vi conficcò le unghie invitandolo a muoversi più velocemente. Light non si era mai sentito così bene, gli girava la testa, era solo se stesso, nudo, rivolto a un completo sconosciuto, ansimava sopra di lui, con lui scambiava la propria saliva, il proprio ossigeno. Il treno sfrecciava, la tesi di laurea pareva un lontano ricordo, solo l'odore di Lawliet e il suo sesso incastrato in lui avevano un senso. Lawliet si ritirò, pronto a venire con impeto, i muscoli di Light tesi ed evidenti, l'erezione rigida, i gemiti scanditi componevano una nenia, l'orgasmo era imminente.
Light inarcò la schiena e venne con un rauco grido, Lawliet si limitò a sospirare con discrezione, il suo ventre sporco del seme dell'altro.
Light avvicinò di nuovo il viso al suo, scrutò i suoi lineamenti, il sudore perlato, le ciglia nere. Lawliet aprì gli occhi e lo baciò, succhiò le sue labbra carnose.
"Stai bene...?" Gli sfiorò i capelli umidi. "Mai stato meglio"
Un altro bacio, tenero, poi Light appoggiò la guancia sul suo petto, vicino al cuore. Non riuscivano a comprendere cosa avesse suscitato una passione così rapida, invisibile e magnetica.
Dai finestrini appannati Lawliet scorse il sole.

Light infilò i pantaloni, sistemò la camicia e la giacca e osservò Lawliet. So stava alzando e dirigendo all'uscita; lo seguì.
"Cosa c'è?" Scrollò le spalle. "Nulla, devo scendere dove sei sceso tu" "Dove sei diretto?" "All'università" Light si beccò una strana occhiata.

Non poteva crederci. No! Lui, Lawliet...era uno dei professori della commissione presenti alla sua tesi di laurea! Non era possibile.
Lawliet non sembrava turbato. "Light Yagami...prego. Cominci pure ad esporre la sua tesi" si tolse gli occhiali e mordicchiò la stanghetta.
Light ignorò le mani che sudavano e cercò di mantenere ferma la voce.

"Grazie" Si inchinò e la commissione azzardò un breve applauso. Vide Lawliet confabulare con i colleghi.
"Aspettate fuori, tra poco vi comunicheremo i risultati"
Non poteva credee che fosse lo stesso uomo che meno di un'ora prima lo aveva posseduto con bramosia in un modesto vagone, che non aveva opposto la minima resistenza contro il suo bacio, che gli aveva donato la sua lingua e il suo seme. Era molto serio, professionale, adulto. A chi altri aveva mostrato il suo lato erotico e disinibito?
Light non era agitato per la laurea, sapeva di aver fatto un'ottima figura, era sempre stato uno studente modello, non aveva mai preso meno di 28 ad un esame universitario. Nel corridoio, con le mani in tasca, prendeva a calci una pallina di carta. Lawliet non gli aveva tolto gli occhi di dosso, ma non si era sbilanciato nel minimo favoritismo, spesso ponendo domande di tipo esclusivamente tecnico, dimostrando un'abile conoscenza della tesi da lui presentata. L'avrebbe rivisto?
Quella breve passione era incisa nel cuore di Light come una cicatrice. Perchè proprio Lawliet? Aveva appena scoperto che era un professore. E poi? Cos'altro sapeva di lui?
Nulla. Ma il coinvolgimento sul treno non era stato un sogno, era reale da parte di entrambi. Non poteva essere una misera parentesi. Light non lo accettava.

Laureato col massimo dei voti. Le professoresse si congratularono senza nascondere occhiate di compiacimento perchè Light, oltre ad essere uno studente compito e un magistrale oratore, era anche bellissimo, col suo viso pulito, gli occhi caldi e il portamento distinto.
Strinse la mano a Lawliet.
Le sue mani tastavano i suoi pettorali, i muscoli del ventre, le cosce.
Un fremito.
"Complimenti, Yagami-san, un eccellente lavoro" fu il commento intatto e sincero.

Quando uscì, Lawliet scorse Light all'entrata. Il suo cuore prese a battere forte, ma avanzò verso di lui senza dar segno di titubanza. "Ancora complimenti...dottor Yagami, è stato il migliore questa sera. Forse il miglior studente fra quelli che ho sentito in tutta la vita" Light ringraziò con un cenno del capo.
La cosa non poteva chiudersi con un sorriso convenevole e una pacca sulla spalla. Light sentiva ancora Lawliet dentro di sé, le labbra sul collo, i suoi gemiti aggressivi.
Gli prese il polso e lo avvicinò a sé. "Chi cazzo sei tu. Perchè...perchè hai scopato con me? Vuoi che adesso io dimentichi tutto, dopo che tu mi hai sconvolto la vita in una fottutissima ora?!?" il tono della sua voce cresceva, quasi ringhiava.
Lawliet attese prima di parlare, lo guardò a lungo e tanto intensamente che Light girò gli occhi altrove, non potendo sostenere quelle ossidiane ardenti.
"Cosa vuoi che ti dica, allora? Mi prenderesti per un pazzo psicopatico se ti dicessi che mi sono innamorato di te, vero?"
Light, il cuore nelle orecchie. "Ma...come..." "Già. Faccio fatica anche io a rendermene conto, non so come capacitarmene. Ti amo, Light Yagami. Anche se non so un cazzo di te, non so se ti piace la cucina italiana, giocare a bowling o andare in discoteca. Ti amo. E' tanto stupida, questa cosa, che mi viene voglia di picchiarmi da solo"
Light lo fissava, esterrefatto, immobile, Lawliet gli aveva aperto il suo cuore e lui lo stava esaminando, i suoi occhi non cedevano, non lo mollavano. Allungò la mano e gli toccò la guancia.
"Io sono Light...Light Yagami. Adoro la cucina italiana, gioco a tennis e a basket e preferisco il cinema alla discoteca. Attualmente...attualmente sonno innamorato di uno strano, stranissimo...individuo. Non so niente di lui. L'ho incontrato...sul treno. E' un professore, e in un'ora mi ha cambiato la vita"
Lawliet sorrise, lo baciò. Light sorrise a sua volta e ricambiò il bacio, stringendolo forte.
Nessuno dei due aveva intenzione di perdere il treno che stava scorrendo sui binari del loro nuovo dolcissimo amore.
 
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