Giacinto, ApolloxGiacinto

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~Morìa
view post Posted on 10/10/2009, 18:10




Genere: Romantico, malinconico
Rating: Per tutti
Ispirato a: Storia d'amore tra Apollo e Giacinto
Note: One shot, Shonen ai

Lui è mio. Nessuno può portarmelo via.
Lui è mio, amo stringerlo fra le mie braccia, sentire il suo profumo di giovane che fluttua nelle mie narici, levigare la sua pelle rosata con le mie dita tremanti, che prudono di desiderio, del mio cuore che non si sazia finché non l'ho toccato, delle mie labbra assetate e soddisfatte quando bacio le sue, dolcissime, acerbe, che sbocciano sotto le mie carezze languide, divine; sfioro il suo corpo mortale, la luce divina brilla sui suoi muscoli delineati.
Lo abbraccio, mi plasmo contro di lui, i suoi capelli biondo cenere, soffici, deliziosi più del miele, mi sfiorano il petto, trovo subito il modo di regalargli piacere, i suoi mugolii così delicati mi fanno fremere, sorrido senza accorgermene. Lui è mio, ha scelto me.
Il mio cuore si scioglie sotto le sue tenere carezze, e capisco, che se lui è mio, anche io, il dio più desiderato da donne, uomini e dee, sono suo. Stesi sull'erba, sotto la quercia, glielo dico.


Stesi sul prato, l'ombra degli alberi non ferma, l'aria ci sfiora, ma più che per l'aria, vibro a contatto delle sue dita sapienti e lunghe e affusolate, divine e bianche come la luna bellissima;
il suo sole, perchè lui è il dio del sole, ci abbaglia, il mio sorriso non muore, piuttosto il cuore si perde sotto le sue carezze.
Abbandonato sul suo torace, fisso le sue labbra sensuali e simili a petali maturi, il suo corpo è prestante, alto, mi stupisco che mi abbia posseduto.
Mi stupisce che, ora, lui dica a me di appartenermi.
Ma come...? Lui ha me. Io sono suo. Lui è immortale. Lui tutto può. E dice di essere mio.
Allora...lui è mio.
Lacrime luccicanti mi colano sulle guance che lui provvede ad asciugare.
Lui è mio. Io, io lo sono, suo. E io, io lo amo. Lo amo.
Nessuno può portarmi via da lui. Stesi sull'erba, sotto la quercia, glielo sussurro.

Ma il dio Zefiro, anch'egli innamorato di Giacinto, era geloso di questo amore. Un giorno, mentre Apollo e Giacinto giocavano col disco, Zefiro fece deviare l'oggetto e colpì Giacinto a morte. A nulla valsero i tentativi di Apollo, perchè nemmeno lui poteva cambiare il destino.
Allora Apollo trasformò l'amato in un fiore, rosso come il sangue che Giacinto stava versando.


Non sei morto. Non sei morto, mio amato.
Le tue dita sono ora petali, le tue ciglia deboli foglie chiare, il tuo fulgido corpo un fragile stelo.
Sei ancora vivo. Giacinto.
Sotto la quercia, ti stringo contro il mio petto, sussulti appena a contatto col mio cuore.
Sono tuo. Sotto la quercia, te lo ripeto.
Giacinto.

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